Dite talvolta di non sapere se la buona vo­lontà che adesso vi anima durerà poi per tutta la vita; avete ragione di dubitarne, perchè nulla è così debole e cangiante come la nostra volontà: non ci turbiamo però, ma presentiamo spesso questa buona volontà al Signore, rimettendola nelle sue mani, ed Egli la ripro­durrà tante volte, quante sarà necessario per farci per­severare nel suo santo amore fino alla morte.

San Francesco di Sales, Serm. famil.

Il 15 novembre 1615, San Francesco di Sales ebbe un nuovo attacco dal nemico infernale. Venne calunniato presso il suo Principe in occasione del soggiorno fatto in Annecy da Monsi­gnor Arcivescovo di Lione. In esecuzione degli ordini di Sua Altezza Reale, il Marchese de Lans Sigismondo d’Este, Gover­natore della Savoia, spedì espressamente un gentiluomo al santo Vescovo per significargli tutta 1’indignazione del Sovrano a suo riguardo. Non si potrebbe meglio spiegare la cosa che con la let­tera che il Santo stesso scrisse subito, di sua mano, al Marchese: “Signore, rispondo alla lettera che vi è piaciuto scrivermi ieri, 14 corrente, e che ricevo in questo momento. Supplico Vo­stra Eccellenza di credere che in questa occasione mi metto alla presenza di Dio e dei suoi Angeli, per dire solo quello che debbo dire in onore della verità. Appena Monsignor di Lione fu assunto alla sua carica, mi scrisse una lettera che io chiamo lettera di favore, perchè fu lettera di carità, con la quale m’in­vitava ad entrare in santa amicizia con lui, come gli antichi Vescovi della Chiesa, i quali, avendo un solo cuore ed un’anima sola, con la scambievole comunicazione dei lumi ricevuti dal Cielo, si aiutavano reciprocamente a portare il peso della loro carica, soprattutto quando le loro Diocesi erano limitrofe. Poichè nella carica io sono più antico di questo Prelato, fin d’allora egli mi scrisse che verrebbe a visitarmi, per prevalersi di quanta l’esperienza avesse potuto insegnarmi nella nostra professione, con parecchie altre parole di eccessiva umiltà e modestia. Ha poi sempre continuato a volermi accordare quest’onore; onde ritenni opportuno di non farmi prevenire, essendo egli il primo Vescovo di Francia ed io l’ultimo di Savoia, e andai a trovarlo a Lione, come Vostra Eccellenza sa; egli cortesemente ha voluto rendermi la visita, in occasione del giro pastorale che faceva nella parte della Diocesi più vicina a noi. Non è venuto di na­scosto, come fanno abitualmente quelli che trattano affari odiosi, ma a vista di tutti, accompagnato da otto uomini a cavallo, fra i quali però non ve n’era nessuno di distinzione, eccettuato il Dottor De Ville de Rossillon, suo cappellano. Stando qui, vi as­sicuro che non abbiamo fatto, nè detto e neanche solamente pensato di fare, o parlare di nessuna trattativa di cose di mondo, che – se non m’inganno – a tutti e due molto dispiacciono. L’Arcivescovo tenne qui due bellissimi discorsi, uno nella Cat­tedrale, l’altro, il giorno di S. Carlo, nel collegio dei Barnabiti. Celebrò ogni giorno la S. Messa, recandosi per questo in diversi luoghi di pietà e mai fu parlato fra noi di cosa alcuna che non fosse in tutto conforme alla nostra vocazione. Non sarò quindi poco obbligato all’Eccellenza Vostra se vorrà di tutto questo assicurare Sua Altezza Reale, mentre io impegno innanzi a Dio, che lo sa, innanzi alla mia coscienza ed alla mia salvezza eterna, la mia riputazione e il mio onore; e mi stupisco che, vivendo come ho sempre vissuto, io possa suscitare tali sospetti! Mi prometto dal favore di Vostra Eccellenza che Sua Altezza Reale resti pienamente sodisfatta e nulla si sappia di quest’ombra, che potrebbe affliggere Monsignor di Lione molto più di quanto ha afflitto me, che dopo tutto, coi fatti e col tempo, potrò esser sempre ricono­sciuto per fedelissimo e sicurissimo suddito del mio Principe, al quale desidero ogni santa prosperità e a Voi, Signore, le più sacre benedizioni del Cielo”. Resa questa sincera testimonianza alla verità il Santo restò tranquillo fra le sue funzioni pastorali, aspettando con dolce sottomissione alla Divina Provvidenza, l’e­sito di questa nuova burrasca.