L’amor di Dio e l’amor proprio sono nei nostri cuori come nemici; hanno antipatia e ripugnanza l’uno per l’altro, e tanto crudelmente combattono dentro al cuore, che la povera anima grida: Oh! misera me, chi mi libererà da questo corpo di morte, affinché in me regni pacificamente il solo amor di Dio? Ma conviene aver coraggio e sperare nella parola del Signore, che comandando promette e promettendo comanda la vittoria del suo amore.
San Francesco di Sales, Teot. P. 2, Lib. 5, Cap. 20.
Il 28 settembre 1598 San Francesco di Sales si occupò, insieme agli Ufficiali del Duca, nel far preparare la Chiesa di S. Agostino a Tonon, da lui precedentemente riconciliata. Fu per lui un piacere grandissimo il vederla apparata con ricche tapezzerie d’oro e velluto e tutta ornata di colonne, dorature, pitture e tanti devoti aggiustamenti da soddisfare insieme la vista e la pietà. Fra le cose dovute all’iniziativa del Santo vi era una colomba artificiale, bianca come alabastro, portante nel becco un rotolino di carta legato con un filo di seta. Erano due epigrafi, scritte in lettere d’oro su fondo azzurro; una in latino, per il Cardinale, l’altra in francese, per il Duca: la prima, vera profezia, diceva che Alessandro De’ Medici, assai maggiore di Alessandro di Macedonia, trionfava in triplice modo su Marte e procurava la pace a tre Stati; per cui la SS. Trinità gli avrebbe dato la triplice corona della Tiara; come avvenne, mentre, qualche tempo dopo, il Cardinale fu eletto Papa e prese il nome di Leone XI. L’altra epigrafe conteneva un augurio di pace e benedizione per il Duca di Savoia.