Avverrà talvolta che l’anima nostra possederà tanto amore verso Dio, e più di quanto in passato ne possedeva, e crederemo invece di non averne affatto, perchè non ne abbiamo il sentimento affettivo. Vi è però gran differenza fra l’amore che ci fa operare il bene, e il sentimento dell’amore che ci riempie l’anima di dolce sodisfazione: quando Dio ci sottrae questo sentimento non bisogna avvilirsi, nè pensare che non si ami, purchè si abbia ferma risoluzione di non voler mai dispiacere al Signore; nella quale risoluzione consiste il vero e perfetto amore. Allora è ben fatto confortare il proprio cuore, con la speranza di possedere un giorno quello che si ama.
San Francesco di Sales, Serm. famil.
Dopo essersi molto affaticato per ricuperare i beni delle Parrocchie, dove aveva ristabilito la fede e il culto cattolico, il 12 novembre 1598 S. Francesco di Sales si prevalse, con molta saviezza, del soggiorno che il Duca di Savoia faceva allora nello Chablais e gli presentò quindici articoli scritti di sua mano, tutti in ordine al buon andamento delle Parrocchie di nuovo ristabilite e di quant’altro il suo zelo gli suggeriva in vantaggio delle anime. Il Duca lesse ed approvò quei quindici articoli, li firmò e li fece registrare. Poi, con atto pubblico dello stesso giorno, ordinò al Governatore e al Procuratore fiscale di farli osservare alla lettera, secondo il desiderio del Servo di Dio; ripetendo parecchie volte: « Ah! se Dio benedetto, nostro Creatore, volesse farsi parecchi soldati valorosi, zelanti e pii come il Prevosto di Sales, quanto sarebbe forte la sua Chiesa! Ma… noi non lo meritiamo». Nel rimettere il documento a Francesco, il Duca gli disse : “Ecco quello che avete desiderato per gli altri; domandatemi ora qualche cosa per voi e vedrete di quanta buona volontà sono animato a vostro riguardo”. Con una profonda riverenza Francesco rispose: «Supplico umilissimamente V. A. R. di ascoltarmi sempre in modo favorevole, quando verrò a perorare gli interessi della Chiesa e dei vostri veri sudditi, i buoni cattolici romani ». Questa risposta rese il Duca e tutta la Corte altamente ammirati per uno zelo tanto disinteressato, che metteva il giovane Prevosto al primo rango fra gli Apostoli dei Vangelo.