State attenta a vincere bene voi stessa nelle piccole contradizioni quotidiane; sia questo il vostro unico desiderio e sappiate che proprio questo Dio vuole da voi: non desiderate di non esser quella che siete, ma di esser bene quella che siete; i vostri pensieri siano tutti rivolti a perfezionarvi in questo ed a portare le croci, piccole e grandi, che per questo incontrerete. Credetemi, è un gran segreto, ma il meno inteso nella vita spirituale, poichè ognuno ama secondo il proprio gusto e pochi secondo la ragione e il gusto di Dio.
S. Francesco di Sales, Lettere spirit.
Il 6 novembre 1622, sapendo S. Francesco di Sales che la sua ultima ora si avvicinava, dopo celebrata la Santa Messa, chiamò Monsignor di Calcedonia, suo fratello e Coadiutore, gli altri suoi fratelli e i suoi amici e dichiarò loro, molto ingenuamente, che l’ora della partenza si avvicinava. Credettero facesse allusione al viaggio che aveva ricevuto ordine d’intraprendere per Lione ed Avignone, al seguito del Principe Cardinal di Savoia. Ma il Santo, parlando più apertamente, disse: “Questo viaggio sarà seguito da un altro, perciò desidero fare il mio testamento.” Tutti si misero a piangere; egli li consolò e lesse loro il testamento scritto di sua mano, lo chiuse e ne chiese atto. Non possiamo passar sotto silenzio le belle parole del santo Testatore, che dice così: “Noi, Francesco di Sales, per grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica, Vescovo e Principe di Ginevra, volendo far noto a tutti coloro a cui apparterrà di sapere la nostra ultima volontà, preghiamo, in primo luogo, Dio Onnipotente di ricevere misericordiosamente l’anima nostra e farla partecipe dell’eredità eterna, che il Redentore ci ha acquistata col suo Sangue. In secondo luogo, invochiamo la Beatissima Vergine Maria, Signora nostra, con tutti i Santi, affinchè implorino su di noi la misericordia divina in vita e in morte. In terzo luogo, se piacesse alla Divina Provvidenza che, alla nostra morte, la santa ed unica vera Religione Cattolica, Apostolica, Romana fosse ristabilita nella città di Ginevra, ordiniamo che il nostro corpo sia sotterrato nella nostra Chiesa Cattedrale; e se la Religione non vi fosse ristabilita, allora ordiniamo che sia inumato in mezzo alla navata della Chiesa della Visitazione di Annecy, da noi consacrata; e nel caso venissimo a morire fuori della Diocesi lasciamo la scelta della nostra sepoltura a coloro che si troveranno in nostra compagnia. In quarto luogo, approvando con tutto il cuore le sacre cerimonie della Chiesa, ordiniamo che alla nostra sepoltura siano accesi tredici ceri attorno alla nostra bara, senz’altro scudo che quello del SS. Nome di Gesù, per dimostrare che, con tutto il nostro cuore, abbracciamo la fede predicata dagli Apostoli. Detestando le vanità e cose superflue che lo spirito umano ha introdotto in queste cerimonie, facciamo espressa proibizione d’impiegare altra specie d’illuminazione alle nostre esequie, supplicando i nostri parenti ed amici e ordinando ai nostri eredi di nulla aggiungervi e di esercitare la pietà loro verso di noi con preghiere ed elemosine, specialmente col far celebrare per noi il SS. Sacrificio della Messa.”