Eccitate in voi l’amore del Paradiso e della vita eterna; perché, quanto più stimerete ed amerete l’eterna felicità, tanto meno vi dispiacerà di abban­donare questa vita che passa. Quando S. Carlo si trovò in punto di morte si fece portare l’immagine di Cristo morto, onde addolcire la sua morte con la memoria di quella del Salvatore. Veramente il miglior rimedio per tutti contro il timor della morte è pensare spesso a Colui che è la nostra vita, perciò non si pensi mai all’uno, senza pensare all’altro.

S. Francesco di Sales, Lett. spirit. 

Non si può mettere in dubbio la grande devozione profes­sata da S. Francesco di Sales verso S. Carlo Borromeo: ne diede edificantissima prova quando si recò in pellegrinaggio da Annecy a Milano, per venerarvi le reliquie di quel santo Arcivescovo; e poi, sempre che le occasioni glielo permettevano, ha costan­temente cercato d’imitarne le virtù. Predicava spesso in sua lode, leggeva la sua vita e i suoi regolamenti con particolare rispetto e ne parlava sempre religiosamente. L’imitazione delle virtù di questo santo Cardinale andò tanto innanzi nel nostro pio Prelato, da farlo denominare un secondo S. Carlo. Diceva che uno dei motivi per cui amava tanto i RR. PP. Barnabiti era perché S. Carlo li aveva molto amati e favoriti, il che lo ren­deva sicuro di aver egli riscontrato nel loro Istituto soda pietà e vero spirito evangelico. Ordinariamente predicava e celebrava nella chiesa dei Barnabiti il 4 novembre: nel 1615 cedette que­sta consolazione a Monsignor de Marquemont, Arcivescovo di Lione, che trovavasi allora in Annecy e, desiderando si apprez­zasse molto quest’onore, disse ai Religiosi: “Quando, per questa vostra solennità, io sono qui, voi avete l’umbra di S. Carlo, ma oggi, trovandovisi Monsignor Arcivescovo di Lione, voi pos­sedete la copia vivente dell’ammirabile Arcivescovo di Milano, vostro Padre e Protettore”.