Dio è più grande del nostro cuore, e il nostro cuore è piu grande del mundo; onde quando il nostro cuore nella meditazione si prepara, per quanto può, al servizio di Dio, cioè prende la risoluzione di servire il Signore e di onorarlo, di aiutare il prossimo, di mortificare i propri sentimenti interni ed esterni, o forma altri buoni propositi, opera meraviglie e dispone le proprie azioni ad un grado di non comune perfezione. Ora tutta questa perfezione, sebbene non sia proporzionata alla grandezza di Dio, è maggiore del mondo e di tutte le forze umane.
S. Francesco di Sales, Lett. spirit.
Il 28 ottobre 1600 S. Francesco di Sales venne presentato dai soldati, che il giorno innanzi l’avevano arrestato, al Maresciallo de Vitry, comandante delle guardie reali, il quale l’interrogò di quel che andasse facendo per la campagna. Il Santo rispose con l’ordinaria ingenuità e raccontò come il Re si fosse degnato riceverlo in udienza privata e prendere sotto la sua reale protezione tutte le Parrocchie e tutti gli ecclesiastici delle provincie dello Chablais e di Thernier, dandogli parola che nulla sarebbe cambiato in quei paesi, in ordine alla religione cattolica. Egli se ne andava dunque nello Chablais, per comunicare le decisioni del Sovrano al Signor de Montgland. Ebbe gran piacere il Maresciallo de Vitry di conversare così familiarmente con Francesco, ne lodò lo zelo indefesso e concepì per lui moltissima stima e grande affezione; di modo che, confessandosi prigioniero d’affetto del suo prigioniero di guerra, lo scongiurò di rimanersene lì, mentre egli manderebbe uno dei suoi gentiluomini per la commissione reale al Signor de Montgland e soggiunse che, siccome il Re si trovava a Chambéry per l’assedio di Montmélian, pensava presentarlo al Sovrano e farlo restare presso di lui. L’umile e prudente Francesco se ne scusò con queste parole: “Signore, in altra circostanza, questo mi tornerebbe a grandissimo onore, ma oggi si volgerebbe per me in occasione di biasimo, poiché attualmente il Re è nemico del mio Principe naturale e legittimo; spero però in Dio che i due Sovrani si metteranno presto d’accordo.” Piacque tanto al Maresciallo la generosa libertà del santo sacerdote, da farne per tutta la vita oggetto della sua ammirazione. Promise ogni prova d’amicizia a quel vero Apostolo e gli dette lettere di raccomandazione ed encomio per gli Ufficiali del Re nello Chablais, separandosi da lui con vero dispiacere. Voleva anche farlo accompagnare dalla sua gente, ma l’umile Francesco ne lo ringraziò con sì dolce modestia che il Maresciallo, sempre più ammirato, avrebbe voluto che tutti potessero conoscere un uomo tanto compito.