In certe occasioni bisogna che parliate delle persone alle quali avete avversione, e quando poi do­vete parlare con esse lo facciate con grande dimostra­zione di rispetto e di stima. Questo punto è di tanta importanza per la perfezione delle anime nostre, che volentieri lo scriverei col mio sangue. In che vogliamo mostrare il nostro amore a quel Dio, che ha tanto patito per noi, se non fra le ripugnanze e le avversioni? E’ necessario che le spine delle difficoltà pungano il nostro cervello, e la lancia della contradizione tra­passi il nostro cuore: bisogna anche bere il fiele e tracannare l’aceto, mangiare l’assenzio e la cicuta, perché Dio così vuole.

S. Francesco di Sales,Lett. spirit.

Il 26 ottobre 1600 S. Francesco di Sales, avendo saputo che il Signor de Montgland, nuovo Governatore des Allinges nello Chablais, era eretico, andò coraggiosamente a far presente al Re Enrico IV i danni che apportava alle anime dei neo-conver­titi quel Governatore, che faceva dommatizzare i suoi Ministri eretici e proteggeva l’eresia. Per la guerra scoppiata allora tra la Francia e la Savoia, il Re Enrico IV, impossessatosi di questa, il 5 ottobre era entrato in Annecy: fu qui che il coraggioso Francesco gli si presentò e venne ricevuto dal Re con le più obbliganti espressioni di stima. Gli disse, fra l’altro, queste parole, deposte nei processi da te­stimoni presenti: “Per amor di Dio, per amor del Papa, e in vostra considerazione, vi accordo, Signore, tutto quanto mi do­mandate; so bene che avete sempre adempito esattamente la vostra carica, onde nulla sarà innovato nella provincia dello Chablais contro quello che è stato fatto per la Fede cattolica; ve lo prometto, anche se dovesse costarmi il mio sangue.” Questi termini del Monarca, informati a tanto spirito di cristiana e de­ferente adesione, colmarono di gioia il nostro Santo e, con lui, il pio Vescovo de Granier.