Bisogna vi dica sinceramente esser necessario che ognuno rimanga fermo nello stato, ossia nella barca, in cui si trova per transitare da questa all’altra vita, e vi rimanga volentieri: sebbene talvolta non vi siamo stati messi dalla mano di Dio, ma da quella degli uomini, quando vi ci troviamo, Dio vuole che vi restiamo; e per amor suo bisogna restarci volentieri. Dove è meno di nostra elezione, è più di sommissione alla Divina Volontà; perciò dite spesso, con tutto il cuore: Si, mio Dio, voglio essere come sono, perché così è piaciuto a Voi che io fossi.
S. Francesco di Sales, Lett. spirit.
Nell’ottobre 1605 S. Francesco di Sales, visitando in un sol giorno le parrocchie di S. Nicola d’Arlot, S. Biagio e S. Grasso di Musiment, verso sera si sentì molto male per l’eccessiva fatica sostenuta, onde si ritirò in camera per riposarsi. Trovandosi così solo intese un giovane libertino che, nella camera attigua, con impertinenza lo beffeggiava e, facendo allusione al nome di S.Grasso e alla corporatura robusta e complessa del santo Prelato, volgeva in burla la sua attuale indisposizione. Chiamato il suo cameriere, che poi depose il fatto nei processi apostolici, il santo Vescovo volle sapere chi fosse quel ciarlone, e poi disse: “Per piacere, amico mio, fatelo entrare qui.” Avendolo presso di sè gli parlò brevemente della sua indisposizione e, dalle risposte accorgendosi che s’intendeva di medicina, lo pregò di tastargli il polso, che si trovò febbricitante. Rapito da tanta bontà, il giovane non poté far a meno di dirgli: “Monsignore, non volevo farmi conoscere, ma vedo che siete profeta; io sono figlio di un medico di Ginevra e, per ordine dei nostri Ministri, vi seguo qualche volta per spiare quel che andate facendo nei villaggi, correndo da una parrocchia all’ altra…” Abbracciandolo, il Santo rispose: “Figlio mio, vado cercando le mie pecorelle… e voi ne siete una…” Sempre più commosso per la bontà del Vescovo, il giovane cadde in ginocchio vicino al suo letto e cominciò a farsi illuminare sui suoi dubbi. Quindi seguì il santo Pastore, avvicinandolo ogni giorno, fino a che il 30 ottobre – dieci giorni dopo questo primo incontro – nella Chiesa di Nostra Signora di Bremod, abiurò pubblicamente l’eresia, fece al Santo la sua confessione generale e ricevette da lui lettere di raccomandazione per recarsi a Parigi, dove trovò a collocarsi vantaggiosamente.