Il Signore ha continuo pensiero delle anime sue figliuole, facendole camminare alla sua presenza, dando loro la mano nei passi difficili ed anche portandole Egli stesso, quando le difficoltà sono insormontabili: dobbiamo dunque avere gran coraggio, con saldissima confidenza in Dio e nel soccorso della sua grazia; perché, se noi non manchiamo alla grazia, il Signore compirà l’opera della nostra salvezza, come l’ha incominciata.
S. Francesco di Sales, Teot. Parte 1, Lib. 3, Cap. 4.
Il 15 ottobre 1607, facendo San Francesco di Sales la Visita pastorale nella Parrocchia di Thònes, volle assolutamente alloggiare alla casa parrocchiale, nonostante le contrarie premure del Marchese di Lullin. Il Santo volle così perché l’assicuravano trovarsi in quella casa uno spirito folletto che suscitava strani rumori, e talvolta aveva perfino gravemente percosso coloro che si erano azzardati a restarvi la notte. Ciò udito, con l’abituale sua bontà, il santo Vescovo rispose: “Appunto per questo bisogna restarvi, e vedere Gesù Cristo, o Belia!” Ritiratosi la sera, dopo la preghiera intese dare due forti colpi sul tavolino che gli serviva d’inginocchiatoio: egli allora, stringendo il pugno, ne diede alla sua volta tre sullo stesso tavolino e disse: “E’ in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che ti comando di uscire da questa casa e lasciar tranquillo il riposo della notte, a noi dato da Dio, nostro Creatore, per riparare le forze e sollevarci dalle fatiche del giorno.” Il diavoletto non fece sentire altro fracasso quella notte: la mattina seguente il santo Vescovo, assistito dai suoi sacerdoti, benedisse tutto quel luogo, e così l’infestazione diabolica cessò per sempre.