Dio mio, come inganna la vita presente!… Quanto è desiderabile l’eternità, e come sono felici coloro che vi aspirano!… Attacchiamoci dunque alla miseri­cordiosa mano di Dio, perché Egli ci vuol tirare dietro a Sè. Siamo amorevoli ed umili di cuore con tutti, ma particolarmente coi nostri; camminiamo dolcemente, sop­portandoci l’un l’altro, senza cedere all’angustia, ma avvertiamo che non venga meno il nostro coraggio, quantunque esso non ci abbandonerà, se prima noi non l’abbandoneremo; perciò teniamolo stretto, stretto fra le nostre mani, come San Dionisio teneva la sua testa.

S. Francesco di Sales,  Lett. Spirit.

Il 9 ottobre 1618 è distinto nella vita di S. Francesco di Sa­les dal fatto che, avendo egli ricevuto la Bolla di Paolo V del 23 aprile dello stesso anno, con la quale la Santa Sede ap­provava l’Istituto della Visitazione e commetteva a lui di eri­gerlo in titolo di Religione formale, si portò con una santa e maestosa gravità al monastero della Visitazione d’Annecy per promulgare la detta Bolla e, con Autorità Apostolica, indire la solennità dei voti e l’osservanza della santa clausura, secondo il prescritto del Sacro Concilio di Trento. Fece molto apprezzare alle prime Madri e Sorelle dell’Istituto la grazia che la Santa Sede accordava loro, mettendole in possesso di tutti i privilegi e di tutte le prerogative delle Religioni riformate; e non mancò di dire, con soavità ammirabile, esser vero che, per tenere il suo Istituto più umile e più applicato al servizio caritatevole del prossimo, aveva egli avuto grande inclinazione di stabilirlo come semplice Congregazione. “Ma – soggiunse – Dio ha fatto la sua santa Volontà, contrariamente alla mia inclinazione: così è molto meglio e benedico la Divina Maestà per aver misericor­diosamente cangiata la nostra umile Congregazione da semplice, piccola ninfa, in perfetta madre ape.” Il santo Fondatore be­nedisse le porte e le chiavi del Monastero, dove da quel giorno si osservò l’esatta clausura, e di tutto fece prendere atto nella cancelleria del Vescovado.