Un cuore indifferente (che pratica la virtù della santa indifferenza) è come un sigillo di cera fra le mani di Dio, per ricevere indifferentemente tutte le impressioni del gusto divino: un cuore senza elezioni è ugualmente disposto a tutto, senz’altro oggetto della sua volontà che la Volontà del suo Dio: esso non mette il suo amore nelle cose volute da Dio, ma nella santissima Volontà di Dio che le vuole; e quando la Volontà di Dio si trova in molte cose, a qualunque costo esso elegge quelle nelle quali la divina Volontà si trova più manifestamente.
S. Francesco di Sales, Teotimo, Parte 2, Lib. 3, Cap. 4.
Il giorno 8 ottobre 1608, giorno sacro della dedicazione della Chiesa cattedrale di S. Pietro di Ginevra, S. Francesco di Sales officiò pontificalmente e, spinto da un violento impulso d’amor di Dio, parlò con forza della profanazione dei vivi templi di Dio e del rispetto dovuto ai templi materiali, in vista della presenza reale del Sacro Corpo di Gesù Cristo, che in essi si trova nel SS. Sacramento dell’Altare. Indi raccontò come l’anno precedente (1607) in Visita pastorale alla parrocchia di San Giovanni di Six, aveva provato grandissima gioia nel benedire la cappella costruita dagli abitanti nel luogo della nascita del Beato Pietro Fabro, primo compagno di Sant’Ignazio nella fondazione della Compagnia di Gesù, verso del quale egli sentiva una devozione particolarissima e ne leggeva con molto piacere la vita, assicurando che la pietà e la giudiziosa semplicità di quel gran Servo di Dio gli piacevano assai.