Il vero paziente non si duole del suo male, né desidera che altri lo compatiscano; ne parla solo schiettamente, con verità e semplicità, senza lamentarsene, né ingrandirlo. Quando dunque sarete malata offrite tutti i vostri dolori, con tutte le pene e miserie che li accompagnano, a gloria del Signore, supplicandolo di unirli ai tormenti che Egli patì per noi. Desiderate di guarire, per meglio servirlo; non rifiutate di languire, per ubbi­dirgli, e disponetevi anche a morire, se a Lui così piace, per possederlo e lodarlo eternamente.

S. Francesco di Sales, Filotea, Parte 3, Cap. 3.

Il 7 ottobre 1597 un Ministro eretico compose un brutto li­bello, dove pubblicava in iscritto quello che ogni giorno predi­cava, cioè che l’articolo cattolico della presenza reale del Corpo del Signore nella SS. Eucaristia distruggeva il Simbolo e l’ana­logia della fede. Faceva egli sonare alto la parola analogia, per comparire dotto e sottile nel suo ragionamento con un termine non troppo compreso da parecchi dei suoi uditori e lettori. Que­sto libello produsse cattivi effetti nelle anime semplici, onde l’umile e zelante Francesco di Sales pregò i Padri Cappuccini, che da poco erano suoi coadiutori in quella missione, di rispon­dervi; ma essi, da veri figliuoli di S. Francesco d’Assisi, se ne scusarono pregando il santo Prevosto di far lui questa confuta­zione, come quello che aveva ricevuto da Dio la grazia di Capo della missione in favore di quei popoli. L’uomo di Dio, che pos­sedeva in pari grado condiscendenza ed umiltà, volentieri intraprese quest’opera santa e fu ispirato di scrivere la confutazione, senza accennare all’autore del libello. Compose perciò una medita­zione sul Simbolo degli Apostoli in generale, e su ognuno dei dodici articoli che lo compongono in particolare, dove provò la verità dell’Augustissimo Sacramento dell’altare, in maniera tanto santa, chiara, convincente, e tanto piena dello spirito di Dio, che non è possibile leggerla senza sentirsi l’anima compresa da grande devozione verso quel Divino Mistero. Questa medita­zione venne subito stampata e distribuita, in grandissimo numero di copie, fra i cattolici e gli eretici, con indicibile frutto per la devozione degli uni e la conversione degli altri.