Quanto fareste bene se spesso guardaste Gesù crocifisso, per protestargli il vostro amore e la vostra intera rassegnazione! Noi siamo tutti di Dio, senza ri­serva, senza divisione, senza eccezione e senz’altra pretesa che di esser suoi, e se si trovasse nel nostro cuore un piccolissimo filo che non fosse suo, o per Lui, bisognerebbe subito strapparlo. Viviamo dunque allegramente, e diciamo col grande innamorato della Croce, S. Francesco d’Assisi: “Nessuno mi molesti, mentre porto con me le Sacre Stimmate del mio Gesù.” Si, qualora conoscessimo che una piccolissima particella del nostro cuore non fosse segnata con l’impronta del Crocifisso, non vorremmo ritenerla un solo istante.

S. Francesco di Sales, Lett. spirit.

Ci sarebbe molto da dire sulla pietà con la quale S. Fran­cesco di Sales celebrava la festa di S. Francesco d’Assisi, suo Patrono! Per non oltrepassare i limiti che ci siamo imposti, citeremo solo questo squarcio del suo Trattato dell’amor di Dio, dove parla tanto devotamente della morte di quel glorioso Sera­fino terrestre: “Parlando dell’amor celeste – scrive il nostro Santo – mi si fa sempre davanti il grande S. Francesco d’Assisi, il quale non poteva sfuggire alla sorte di morire per mano dell’amore, visto la grande moltitudine di languori e di estasi che la sua dilezione verso Dio gli cagionava. Oltre a questo, Dio, che l’aveva esposto a vista di tutti come un miracolo d’a­more, non solo volle che morisse per le mani dell’amore, ma che soccombesse proprio alla violenza del suo amore. Considerate, vi supplico, il suo trapasso… sentendosi sul punto di abbando­nare questa vita, il Santo si fece mettere svestito per terra, e dopo aver domandato e ricevuto in elemosina un abito, se ne rivestì, tenne un discorso ai suoi Frati per animarli all’amor di Dio e della Chiesa, si fece leggere il racconto della Passione del Salvatore e cominciò, con ardore estremo, a recitare il Salmo 141, e pronunciatene le ultime parole “Signore, tirate l’anima mia dalla sua prigione, onde benedica il Vostro Santo Nome; i giusti mi aspettano, Signore, affinché mi ricompensiate!…” spirò l’anima sua nell’anno quarantesimo­quinto di sua età… Chi non vede come quest’uomo serafico, che tanto aveva desiderato il martirio per morire per amor di Dio, morisse poi finalmente d’amore?”