Avviene talvolta che, riportate molte vittorie sui nostri antichi nemici, crediamo di averli completamente disfatti; ma ce li vediamo invece comparire all’improvviso da un’altra parte, e di dove meno ce li aspettavamo. Ah! ah! quell’unico savio del mondo, Salomone, che nella sua gioventù aveva operate tante meraviglie, mentre si stimava sicuro per la lunga perseveranza nella virtù e l’esperienza del passato e sembrava fuor di pericolo, fu sorpreso dal nemico, che meno doveva temere. Da tutto questo impariamo due cose: in primo luogo, la diffidenza di noi stessi, che ci farà vivere con un santo timore e domandare sempre l’aiuto celeste; e poi che i nostri nemici possono essere allontanati, ma non uccisi.
San Francesco di Sales, Lettr. Spirit.
Il 30 settembre 1598 S. Francesco di Sales, Monsignor Claudio de Granier, Vescovo di Ginevra, Monsignor Vescovo di San Paolo e tutto il Clero uscirono di buon mattino da Tonon, per andare incontro al Cardinale Legato; e quando si seppe che si avvicinava alla città, il Duca di Savoia si recò egli pure ad incontrarlo con tutta la Corte. Il Cardinale volle prima esser condotto in Chiesa, per l’adorazione al SS. Sacramento. Fatto questo, il Principe condusse il Legato nel Palazzo, dove a sue spese gli aveva fatto preparare un magnifico alloggio; li, essendosi un pò riposato, il Cardinale ricevette i Magistrati e Signori della Provincia che vennero adossequiarlo. Il Duca di Savoia, preso allora per mano il Prevosto, lo presentò al Cardinale, dicendo queste precise parole, che parecchi testimoni hanno deposto: “Monsignore, questo sacerdote, che vi presento, è il vero apostolo dello Chablais; è un uomo benedetto da Dio e a noi mandato dal Cielo. Se io ho portato qui le mie armi per secondare le sue buone intenzioni, nel suo zelo per la salvezza delle anime egli ha esposto la vita per ristabilire la fede in queste provincie, di dove era stata bandita da oltre settantadue anni.” Il Cardinale abbracciò e ringraziò Francesco, assicurandolo che riferirebbe al Papa quanto aveva inteso di lui. Il rossore aveva coperto il volto dell’umile apostolo e la santa confusione si era talmente impossessata del suo spirito che, fatta una profonda riverenza, potè appena rispondere di essere un servo inutile! Questo modesto silenzio accrebbe di molto l’ottima opinione che il Cardinale aveva concepito del Santo, il quale subito si ritirò, tutto confuso, per sfuggire agli elogi ed alle congratulazioni che i Signori delle due Corti volevano presentargli. Pregò poi il P. Cherubino, Cappuccino, di sostituirlo per la prima predica delle Quarantore, che si dovevano aprire l’indomani; poiché Sua Altezza l’aveva talmente confuso, che non osava presentarsi al pubblico. Il buon religioso condiscese alla sua preghiera e accettò la dimissione. Dopo la predica il Cardinale disse che si aspettava di sentire l’apostolo dello Chablais; il Vescovo di Ginevra rispose che, solo per umiltà, aveva egli deferito al dotto Cappuccino di predicare per primo, nella certezza che se ne avrebbe maggior sodisfazione, e il Cardinale trasse da queste nuovo motivo d’ammirazione per un uomo di tanta virtù.