Quando l’infelice truppa degli spiriti diabo­lici ribellati contro il Creatore, pretese tirare a sè la santa compagnia degli Spiriti fedeli, l’Arcangelo S. Mi­chele, animando i compagni alla pugna, con fare ange­lico gridò: Chi è come Dio? e con questo motto at­terrò Lucifero e i suoi seguaci, che pretendevano ugua­gliarsi alla Divinità. Quando l’amore delle cose create vuol tirare a sé  i nostri cuori e farci disubbidire a Dio, il divino amore che si trova nell’anima nostra, fa da capo come S. Michele, e conferma le potenze e le forze dell’anima al servizio di Dio, con quelle stesse parole: Chi è come Dio? Quale bontà havvi nelle creature perché possano tirare il cuore umano a ribellarsi contro l’infinita bontà del Creatore?

San Francesco di Sales, Teot., P. 2, Lib. 4, Cap. 12.

Il 29 settembre 1598  S. Francesco di Sales si portò dal suo Vescovo, che era arrivato a Tonon. Dopo avergli reso conto di quanto aveva concertato per la nuova solenne esposizione delle Quarantore, per la processione ed altro, presa la benedi­zione dal Prelato, si ritirò in solitudine a preparare le sue pre­diche per quei giorni, dicendo al Canonico di Sales, suo cugino, che mai in vita sua si era trovato così sterile e distratto di spirito, come allora; ma non se ne preoccupava affatto, sicuro che Dio agirebbe e parlerebbe in lui. Che se la divina Provvi­denza volesse fargli dire qualche cosa da ridondare a gloria di Dio e vantaggio del popolo, oppure la Bontà dì Dio gli fornisse modo di amare la propria abbiezione disponendo che rimanesse senza potersi esprimere in quelle prediche, sarebbe ugualmente contento, onde si offriva al beneplacito del Signore per l’una e per l’altra cosa.