Finchè saremo su questa terra non pensiamo di poter vivere senza commettere imperfezioni, perchè tutti siamo uomini e per conseguenza dobbiamo persua­derci di questa verità; anzi, per non farci meravigliare nel vederci soggetti alle imperfezioni, il Signore ci ha ordinato di dire ogni giorno quelle parole del Pater noster: Perdonaci le nostre offese: è un ordine che non ammette eccezioni, perchè tutti abbiamo bisogno di eseguirlo.

S. Francesco di Sales, Tratt. Fam.

Il 23 settembre 1598, terminate le Quarantore, S. Francesco di Sales impiegò tutta la giornata nel catechizzare quaranta per­sone più ostinate, che aveva fatto aspettare non essendogli stato possibile istruirle durante le Quarantore. Quando le vide suffi­cientemente illuminate e decise, le condusse verso sera al buon Vescovo de Granier, il quale, davanti al SS. Sacramento, ne ricevette l’abiura, le assolse e, a richiesta di Francesco, ammi­nistrò loro anche il Sacramento della Cresima. Il Santo fece a tutti da padrino e si scusò col buon Vescovo per avergli procu­rato quella fatica, dicendogli che quei figli erano deboli ed avevano bisogno di esser subito fortificati dalla virtù di quel Sacramento. Fece così per rispondere alle mormorazioni di alcuni invidiosi che volevano rimandata all’indomani quella Cresima, temerariamente asserendo che Francesco di Sales op­primeva di fatica il Vescovo, per potergli succedere, mentre il sant’Uomo non aveva altro in vista che la carità. Parecchie di quelle persone erano venute da molto lontano ed avevano già aspettato tre giorni! Ai calunniatori poi oppose solo queste pa­role: “Spero, nella bontà di Dio, che Monsignore Reverendissi­mo non si sentirà male per questo”.