Riflettete qualche volta ai comandamenti di Dio e vedrete che tutti sono dolci, graziosi e soavi, e non solo i comandamenti generali, ma pure i comandamenti particolari inerenti alla propria vocazione di ognuno. Ora se sono così, che cosa ce li rende tanto fastidiosi e pesanti?… Non altro che la nostra propria volontà, la quale vuole ad ogni costo regnare; onde quello che forse bramerebbe di eseguire, se non le fosse comandato, comandato che le sia, nega di eseguirlo. Da questo si vede che vogliamo servire Dio come pare a noi, non come piace a Lui: è la nostra perversa natura, che vuole sempre l’adempimento della propria volontà e non di quella di Dio; perciò quanto meno avremo di propria volontà, tanto meglio osserveremo la legge di Dio.
S. Francesco di Sales, Lett. Spirit.
Il giorno di S. Matteo, 21 Settembre 1598, S. Francesco di Sales adempì l’ufficio di prete assistente del suo Vescovo, che cantò la Messa pontificale e dopo portò solennemente in processione il SS. Sacramento per la città di Tonon, cosa non più vista da oltre settant’anni! Come dovette godere di questo pubblico trionfo del Salvatore l’ardente Apostolo dello Chablais che, nei primordi della sua missione, l’aveva tante volte portato nascosto sul suo petto, per darlo in viatico ai poveri infermi! Appena tornata la processione in chiesa, arrivarono i penitenti della parrocchia di Taninges; trecento persone di quella di Bellevaux li seguirono e si rivolsero al loro apostolo – il Prevosto di Sales – per abiurare l’eresia: il Santo li presentò al Vescovo, dal quale furono assolti. Contemporaneamente vennero i confratelli della parrocchia di Boëge, ai quali Francesco tenne il sermone, trattando con molta eleganza e devozione della verità, realtà e dignità dell’Eucaristia, che paragonò alla Manna discesa dal Cielo nel deserto. Erano state tanto bene ordinate le cose, che vi furono in quei giorni quaranta processioni di vicine e lontane parrocchie, per fare successivamente la stazione al SS. Sacramento. La processione della parrocchia di Saint Cerques fu tra le prime a disimpegnarsene, come era stata fra le ultime ad abbandonare la fede cattolica e tra le prime a convertirsi alla voce del beato Francesco, che ebbe una consolazione indicibile quando i più vecchi di quei contadini gli dimostrarono di non essere stati del tutto infedeli, presentandogli, per prova, l’antica Croce della loro Chiesa e la Custodia del SS. Sacramento, dai loro antenati sepolte sotto un muro, nel tempo in cui gli eretici avevano bandito dalla loro parrocchia l’esercizio del culto cattolico. Per più di 70 anni quella buona gente si era fedelmente trasmesso, da padre in figlio, il segreto del prezioso deposito, che allora, tirato fuori dal nascondiglio, serviva di stendardo e trofeo alla loro processione, composta di circa trecento persone.