Non si trova vocazione, nè stato, che non abbia le sue amarezze, i suoi aggravi, i suoi travagli, onde, eccetto coloro che sono pienamente rassegnati in Dio, tutti vorrebbero cambiare la proprie condizione con quella degli altri! Questa inquietudine generale degli animi procede dal disgusto che proviamo nelle contradizioni, e anche da una certa malignità di spirito che ci presenta lo stato degli altri migliore del nostro, ma non è così: chi non si rassegna in tutto alla Volontà di Dio, giri di qua e rigiri di là, mai troverà la quiete.
S. Francesco di Sales,Lett. spirit.
“Mia carissima figlia – scriveva S. Francesco di Sales, il 19 settembre 1610, ad una signora afflitta per via di un processo – ho saputo le molteplici vostre pene e le ho raccomandate al Signore, affinchè gli piaccia di benedirle con la sacra benedizione con cui ha benedetto quelle dei suoi più cari amici onde servano alla santificazione del Suo Nome nell’anima vostra… Orsù, cara figlia, quando vogliamo mostrare la nostra fedeltà al Signore se non in queste occasioni? Quando vogliamo tirar la briglia al cuore, al giudizio e alla lingua se non in questi passi difficili, tanto vicini al precipizio?… Per amor di Dio, figlia mia, non lasciate passare una stagione così favorevole al vostro avanzamento spirituale, senza raccogliere bene i frutti della pazienza, dell’umiltà, della mansuetudine e dell’amore alla vostra abbiezione: ricordatevi che Nostro Signor Gesù Cristo non disse una parola contro coloro che lo condannarono, e neppure li giudicò. Fu giudicato e condannato a torto, ma se ne rimase in pace, e si vendicò solo col pregare per i suoi persecutori. E noi, mia cara figlia, giudichiamo giudici e parti e ci armiamo di lamenti e rimproveri ?!”