Quando siete molestata da tentazioni non disputate con esse, ma se avete tempo di conoscerne la natura, dopo un atto della virtù contraria, volgete il vostro cuore a Gesù Cristo crocifisso e, con un sospiro d’amore, baciate in spirito i sacri suoi piedi. E’ questo il miglior modo di vincere il nemico, tanto nelle piccole quanto nelle grandi tentazioni; perchè siccome l’amor di Dio contiene in sè tutte le perfezioni di tutte le virtù, così è il più grande rimedio contro tutti i vizi e contro lo spirito maligno, il quale, quando vede che le sue tentazioni ci spingono all’amor di Dio, cessa dal molestarci.
S. Francesco di Sales, Filotea, Parte 4, Cap.9.
Il magnanimo San Francesco di Sales impiegò tutta la giornata dell’11 settembre 1597 nel conferire con parecchi ecclesiastici, per proporre una pubblica discussione ai Ministri di Ginevra, onde illuminarli sulle materie controverse e disingannare il popolo. I Ministri si rifiutarono di entrare in lizza: ciechi volontari non volevano veder la luce! Il generoso Apostolo se ne ritornò dunque alle sue ordinarie occupazioni, dopo aver lungamente e fervorosamente pregato a vista di tutti ai piedi della Croce, da lui eretta il giorno innanzi sulla strada maestra che conduceva a Ginevra. Fu precisamente in questa comunicazione con Dio, ai piedi dell’albero sacro della nostra Redenzione, che concepì il piano delle sue magnifiche tesi per il “Trattato della difesa dello Stendardo della Santa Croce”: appena tornato a Tonon si mise all’opera, e le compose e scrisse di sua mano, in casa di un certo contadino cattolico, a nome Giovanni Saget, il quale ha poi deposto nei Processi che il santo sacerdote sembrava un angelo nel fervore del suo lavoro; e senza mai lagnarsi della fatica e delle veglie che gli occasionava, di propria mano trascrisse parecchie copie di quelle tesi, per farle affiggere nelle pubbliche piazze e mandarle prontamente ai Ministri di Ginevra, onde, se volevano, venissero pubblicamente a combatterle, come egli era risolutissimo a sostenerle pubblicamente.