Consideriamo un poco il Divin Redentore sulla Croce, dove muore per noi di un amore più dolo­roso della morte, o di una morte più amorosa dell’a­more. Ah!… Perché non ci gettiamo spiritualmente su di Lui, per morire sulla Croce con chi ha voluto mo­rirvi per amor nostro? Lo terrò, dovremmo dire, e non lo abbandonerò mai più.

S. Francesco di Sales, Teotim. Parte 2, Libro 1, Cap. 8.

Il 26 agosto 1606  S. Francesco di Sales si portò a visitare la Chiesa di S. Giovanni di Tolome: affaticato dal viaggio si assise presso una fonte, e mentre parlava ai presenti della stan­chezza di Gesù, del suo riposo presso il pozzo di Giacobbe, dell’arrivo della Samaritana, ecc., uno sciame di api lo cir­condò, posandoglisi sul capo e sulle spalle. Il Santo rimase im­mobile; i suoi familiari volevano scacciarle, ma un vecchio con­tadino lo impedì e disse: “State fermo, Monsignore, non le scacciate, solamente di tanto in tanto dite a noi qualche parola, per far comprendere a queste bestioline che non si trovano nel silenzio del loro albergo ordinario; subito se ne andranno.” Il Santo ubbidì, e nessuna di quelle api gli fece male. Egli trasse da questo fatto molte belle riflessioni ed istruzioni, e volendo insegnare alla santa Madre di Chantal come vincere l’importu­nità delle piccole tentazioni, le scrisse che bisogna combatterle con atti di umiltà e di amore; così, come le api, si ritireranno senza nuocerci.