Abbiamo sempre gli occhi rivolti a Gesù Cro­cifisso e camminiamo nel suo servizio con confidenza e semplicità, ma con discrezione e saggezza. Egli sarà il protettore della nostra reputazione, e se permetterà che ci venga tolta sarà per rendercene una migliore, o per farci profittare nella santa umiltà, un’oncia della quale vale più di mille libbre di onori.

S. Francesco di Sales, Filotea, Parte 3, Cap. 3.

Il 23 agosto 1609 S. Francesco di Sales passeggiava verso sera solo nella sua camera, dopo che parecchie persone di considerazione l’avevano lasciato: cominciò a recitare il Rosario, raccogliendosi in profonda meditazione dei misteri, quando, in un subito, si trovò circondato da due colonne luminose, che si situarono ai suoi fianchi, facendo con lui alcuni giri per la camera, quasi accompagnandolo. Senza interrompere la sua pre­ghiera, il Santo s’internò in un raccoglimento più profondo ancora, mentre una delle colonne andò a posarsi sul suo oratorio e l’altra da un lato. Il Conte Luigi di Sales, suo fratello, en­trando in quel momento nella camera, lo trovò tutto rapito in Dio e da qualche resto di luce e da un graditissimo profumo potè accorgersi aver egli ricevuto qualche favore dal Cielo, onde tanto istantemente lo pregò di comunicarglielo, che il santo Vescovo usò condiscendenza e gli narrò l’accaduto. Per spin­gerlo a parlare  ancora, il Conte gli disse che quel fatto poteva esser presagio della morte di qualche loro congiunto. “Non lo credo – riprese Francesco – poiché Dio, nella sua bontà, mi ha comunicato molti lumi circa lo spirito dell’Istituto di religiose che dobbiamo fondare con la Baronessa di Chantal. Credo che oramai sia tempo di ritirare dall’Egitto del mondo quelle buone Israelite, mentre comparisce già la colonna di nuvole…” – “Ma – rispose il Conte – sono state due le colonne luminose, e voi parlate di un solo affare da sbrigare.” – “La seconda – disse allora il santo Vescovo – credo sia in favore di Monsignor Camus, che deve farmi l’onore di chiamarmi per la sua consa­crazione; questo grande genio sarà per me un luminare vicino, poichè la sua diocesi confina con la mia.” Avevano appena finito di parlare, che un messaggero di Mons. Camus arrivò con lettere, domandando al nostro Santo di voler essere il suo Vescovo consacratore.