Chi ha vero desiderio di servire il Signore e fuggire il peccato non deve, in alcun modo, affliggersi al pensiero della morte e del giudizio, poiché sebbene si debbano temere l’uno e l’altro, il timore però che se ne deve concepire non dev’essere così spaventoso e terribile, da deprimere ed abbattere il vigore e la forza dello spi­rito; ma dev’essere un timore talmente fuso con la con­fidenza nella bontà di Dio, da divenire dolce e tran­quillo.

S. Francesco di Sales, Lett. spirit.

S. Francesco di Sales era terziario domenicano, perciò come fratello dell’Ordine e figlio del S. Fondatore, passava or­dinariamente questo giorno in comunità con i religiosi, predicando pure in lode del S. Patriarca con grandissima devozione e fer­vore. Una volta, il P. Blanc, domenicano dei più anziani del convento d’Annecy e molto intimo del santo Vescovo, gli disse in questa occasione: “Monsignore, voi dovete volere più bene alla nostra chiesa che a tutte le altre della città, poichè in essa siete stato cresimato, avete più volte predicato il quaresimale, avete stabilito l’opera dei vostri Catechismi e siete iscritto nei registri della nostra Confraternita.” “E’ vero – rispose il Santo – è vero tutto questo, Padre mio, ma è vero pure che amo la vostra chiesa in terzo luogo: prima quella di S. Pietro, che è mia sposa; poi la Visitazione, da me consacrata e che è delle mie figlie, e terzo quella di S. Domenico che, appartenendo ai miei fratelli, è da me amata con fraterno affetto.” “Però, Monsignore – replicò il Padre – abbiamo in questa chiesa la tomba dei vostri antenati, e qui sarà ancora la vostra ultima dimora.” Allora, sorridendo, il santo Prelato rispose: “Ah! Mio caro Padre, io sono figlio di Maria, bisogna che ritorni al suo seno per trovarvi il mio riposo,” dando così a conoscere che sarebbe sepolto a Santa Maria. “Come, Monsignore – replicò vivacemente il Padre – vorreste farci il torto di abbandonare la tomba dei vostri padri e non essere sotterrato a casa no­stra?…” “Veramente, Padre mio, bisogna lasciar tutto que­sto alla Provvidenza, poichè, dopo la nostra morte, io e voi staremo dove ci metteranno.”

Il 4 agosto 1606 S. Francesco di Sales salì, in Visita pasto­rale, con molta fatica, l’alta montagna dove si trova la chiesa di Nostra Signora di Nancy sur Cluse e ne ebbe scorticate e in­sanguinate le gambe; del che avvedutisi i suoi familiari, egli disse loro che veramente era stanco, ma ne risentiva nell’animo due movimenti: l’uno di confusione, per non essere abbastanza abituato alla fatica nel servizio di Dio, l’altro di gaudio, poiché potrebbe almeno dire d’aver versato il suo sangue in servizio della Santa Madre di Dio. Quantunque lo pregassero di fermarsi, non volle, e proseguì generosamente il suo lavoro di buon Pa­store, raccogliendo belli frutti in quella parrocchia, di dove scrisse alla Santa di Chantal, di aver avuto meravigliose conso­lazioni nel trovare in quei luoghi alpestri anime veramente an­geliche, e perfettamente formate all’esercizio della devozione dalla sola guida della grazia celeste.