Oh! Eterno Dio, com’è possibile che un’anima in possesso del vostro amore possa mai venire a perderlo?… Dove si trova l’amore, come può entrare il peccato, mentre l’amore gli resiste, forte come la morte e duro nel combattimento come l’Inferno?… Come può essere che un’anima ragionevole, avendo una volta gustato la grande dolcezza del divino amore, vada poi volontariamente a bere le acque amare del peccato? I cieli stupiscono e gli Angeli rimangono attoniti davanti all’incomprensibile miseria del cuore umano, che abbandona un bene tanto amabile, per attaccarsi a cose tanto disprezzabili.
S. Francesco di Sales, Teot. P. 1, Cap. 1
Per mantenersi alla presenza di Dio, S. Francesco di Sales usava diverse maniere… la terza delle quali – dice il Padre, fosse straordinario e non dipendeva dalla sua volontà, ma solo dal de La Rivière – era un metodo senza metodo, non aveva nulla che non beneplacito dell’infinita bontà di Dio. Non mi arrischio a descriverlo – dice il suddetto Padre – mentre credo che nemmeno lo stesso Santo avrebbe saputo farlo: i doni sovraeminenti si possono sentire da coloro che li ricevono, ma talvolta non si possono esprimere. Ad ogni modo, per dirne qualche cosa, dirò che lo Spirito Santo effondeva nella suprema regione dell’anima sua un certo sentimento che gli dava a conoscere la sua dimora nel suo cuore. Questo sentimento si formava in lui, senza di lui, cioè a sua insaputa e senza il suo congedo; quantunque, dopo, non vi restasse senza il suo consenso: esso può definirsi un segno mentale, un tocco intellettuale, una parola muta, un’intima insinuazione, una dolce affezione, un amoroso abbraccio, un casto bacio, un balsamo di Paradiso; un: Si, eccomi, sono io, non dubitarne. Del resto, egli passava spesso ore intere in questo miracoloso trattenimento, la sera vi s’addormentava e la mattina vi si trovava al primo destarsi; di modo che non era lui che si metteva alla presenza di Dio, ma Dio stesso ve lo metteva; non era lui che s’intratteneva con Dio, ma Dio s’intratteneva con lui; non era lui che andava in cerca di Dio, era Dio che gli veniva incontro; non andava egli verso di Dio. Dio veniva verso di lui; non correva dietro a Dio, ma Dio correva dietro a lui!… Come prova di questo, sappiamo aver egli dichiarato ad una persona di confidenza che ogni mattina, nello svegliarsi, si sentiva investito della divina presenza: ora questo non poteva provenire dalla immaginazione, la quale durante il sonno è confusa, errante, vagabonda e non opera mai nello stesso modo tre notti di seguito; mentre egli ogni giorno si vedeva così graziosamente carezzato e prevenuto dalle celesti benedizioni, appena il sonno lo lasciava e i sensi restavano liberi. Mio Dio! quanto è grande la carità del vostro cuore! Ecco in che modo carezzavate il vostro Servo fedele: dall’alba aspettavate – si direbbe – ai piedi del suo letto, per aprir la cortina, non appena egli avesse aperto gli occhi, e dargli il buon giorno!