I piccoli atti di semplicità, abbiezione ed umiltà, che molti gran Santi hanno con tanto piacere esercitato, per tenersi nascosti e difendersi dalla vanagloria, essendo stati praticati con grande amor di Dio, sono stati più accetti al Signore delle opere grandi ed illustri fatte da altri, ma con poca carità e devozione. Si dice che la Sacra Sposa ferì il suo Diletto con uno dei suoi capelli, onde si sappia che in un’anima posseduta dal divino amore gli stessi esercizi più umili e bassi riescono sommamente accetti alla Divina Maestà.
S. Francesco di Sales, Teot. P. 2, Lib. 5, Cap. 4.
In molte occasioni S. Francesco di Sales ha dato prova della sua devozione verso il grande S. Ignazio di Lojola, fondatore della Compagnia di Gesù, ma specialmente quando si è recato più volte da Annecy a Chambéry, espressamente per predicarvi in suo onore, nei giorni in cui i Padri Gesuiti ne facevano commemorazione, anche prima che fosse canonizzato. Diceva di aver succhiato questa devozione, col latte della dottrina, nel collegio di Clermont a Parigi, e poi a Padova, ma più di tutto a Roma, dove aveva provato singolare contento nel visitare il sepolcro di questo Santo, e si era molto compiaciuto di poter attingere alla sorgente il grande spirito di fervore, di zelo e di pietà da Dio infuso nell’anima di Sant’Ignazio e dei suoi primi compagni; gli scritti e la vita dei quali leggeva sempre con grande gusto e profitto per il servizio di Dio e della Chiesa. Nel 1619, il 31 luglio, tenne il panegirico di Sant’Ignazio nella chiesa dei Gesuiti a Parigi, e il Rev. P. Binet raccontava in proposito come essendo andato personalmente a domandargli questo sermone, gli aveva detto: “Veniamo, Monsignore, a pregarvi di predicare per la festa del nostro Beato Padre, a condizione però che non farete quel giorno altro sermone.” Sorrise il santo Prelato, e rispose: “Veramente, Padre mio, fate torto al Beato e al predicatore, con la riserva che volete imporre… al Beato, poiché il soggetto è tanto ricco, da fornire materia per molti sermoni, e al predicatore, volendo levargli l’occasione di riempirsi il cuore e lo spirito delle massime e delle virtù del Beato, per poi annunziarle al popolo di Dio.”