Vi desidero le benedizioni accordate a Santa Maria Maddalena; non le sue estasi e i suoi straordi­nari carismi, ma che a sua imitazione, in tutta la vita, siate umili e piccoli ai piedi del Signore ed abbiate gran coraggio, per superare le difficoltà che vi impedissero di godere la divina presenza, o in qualsiasi modo po­tessero separarvi da Dio. Cercate dunque continuamente il Signore, né vi fermate fino a tanto che lo abbiate tro­vato; cercatelo durante questa vita mortale, non risorto e glorioso, ma crocifisso e morto: preparate le spalle, per portare amorosamente la croce e il Crocifisso, e se il peso è grave, consolatevi, perché il coraggio e l’amore ve ne somministreranno la forza.

S. Francesco di Sales, Serm. Famil.

Ebbe S. Francesco di Sales grande devozione a Santa Maria Maddalena e volle che nel suo Istituto di Santa Maria se ne celebrasse piamente la festa, poiché – secondo lui – il sopran­nome di Santa Maria obbligava a questo; mentre tutte le Marie sono Maddalene, e tutte le Maddalene sono Marie, in vista della miglior parte da esse eletta. Sceglieva volentieri questo giorno per dar l’abito di novizia alle figliuole che si presentavano, di­cendo non esservi giorno più adatto per offrire a Gesù Cristo gli abiti mondani, i capelli e il cuore. Il 22 luglio del 1607, scri­vendo alla Santa di Chantal, ancora nel secolo, le diceva di aver provato quella mattina una gioia inesplicabile nel trovarsi, con Gesù Cristo, a banchetto in casa del Fariseo, tuttavia non aveva osato prostrarsi ai piedi del Salvatore, per rispetto verso la santa amante Maddalena, alla quale aveva ceduto il posto: “Mi sentivo gran dispiacere – così egli – di non aver noi tante lacrime, né tanti profumi come quella santa penitente; ma la Madonna, ivi presente, pareva contentarsi di certe goccioline che lasciavamo cadere sull’orlo della veste del Salvatore, non osando toccarne i sacri piedi. Una cosa però mi consolò assai: dopo il pranzo, Gesù affidò la sua cara convertita alla Madonna; e da allora, come sapete, essa stette quasi sempre con lei; la Madonna carezzò affettuosamente quella peccatrice, ed io ne fui incoraggiato e contento.” Il santo Vescovo non lasciava  mai passare questo giorno, senza predicare in lode della santa amante del Salvatore e di­ceva che il Signore lo gradiva, avendo disposto per questo che, in qualunque parte del mondo fosse predicato il suo Vangelo, si facesse conoscere Maddalena e la sua ardente carità.

La Madre Piera Rosalia Greyfié, distintissima superiora dell’Ordine della Visitazione, depose nel processo di Canonizza­zione del nostro Santo che nel 1619, quando san Francesco di Sales fu l’ultima volta a Parigi, una donzella di alto lignaggio, travolta nei più deplorevoli disordini e perduta d’onore e di ri­putazione, si era resa oggetto di disdegno agli stessi suoi geni­tori: come un’altra Maddalena, illuminata sul triste suo stato, desiderò la meschina nascondersi in un angolo di qualche chio­stro per farvi penitenza, ma non fu ricevuta in nessun posto, rimanendo abbandonata da tutti: in questi estremi, ebbe modo di avvicinare al confessionale il nostro santo Pastore e a lui fece intera confessione dei suoi disordini, con tale abbondanza di contrizione e di lacrime, che il cuore compassionevolissimo del Santo ne fu commosso. La consolò paternamente, le fu largo di salutari istruzioni e le procurò l’entrata in un convento del suo Ordine. Fu a proposito di questa povera creatura, che il santo Vescovo ebbe a dire: “Vi è solo Dio e io che rice­viamo i peccatori: nessuno vuol saperne di questa povera figlia, quantunque essa sia veramente pentita! ma io?… io voglio che venga accolta in una delle nostre case.” Vi fu ricevuta davvero, senza difficoltà da parte delle monache, che sapevano esser tale la  volontà del fondatore! Dio però accompagnò con tante bene­dizioni questa carità, che la detta persona visse e morì in con­cetto di grande virtù: la sua penitenza le attirò molte grazie; giunse a sì alto grado di orazione e di vita spirituale, che i di­rettori di anime spesso si portavano a consultarla, per essere illuminati nelle più gravi difficoltà. Era uno spirito elevato, ma fece a se stessa inviolabile legge di praticare l’umiltà, e per quante premure le si facessero, mai acconsentì al desiderio di parecchi monasteri dell’Ordine che la volevano per superiora, non lasciando neanche ignorare ad essi la disgrazia dalla quale era a lei venuta la felicità della vita religiosa!