L’umiltà cristiana è amore della povertà e dell’abbiezione, in considerazione di quelle di Nostro Signor Gesù Cristo. Vi riconoscete per povera e miserabile creatura? Amate questa vostra miseria, gloriatevi di esser nulla, contentatevene; così questa vostra miseria servirà alla Bontà di Dio per esercitare con voi la sua Misericordia. I poverelli più miserabili, quelli afflitti da piaghe più gravi e mostruose sono stimati più atti ad attirarsi lo sguardo dei buoni e le loro elemosine. Noi siamo poveri mendicanti, i più miseri di noi sono in condizioni migliori, perché la Misericordia di Dio più volentieri li guarda. Umiliamoci dunque, mostrando solo le nostre miserie alla Porta del Tempio della Divina Pietà.
S. Francesco di Sales, Lett. spirit.
Una volta, il 6 luglio, San Francesco di Sales predicava nello Chablais sul perdono dei nemici: lo fece con tanto ardore, da commuovere tutto l’uditorio, che finalmente cominciava a divenir numeroso. Dopo la predica, un eretico insolente gli si accostò per dirgli: “Signor predicatore, ogni giorno voi predicate il Vangelo, ma io vorrei vedervelo praticare.” “Veramente – rispose Francesco – la parola senza le opere è poca cosa.” “Voi avete detto – replicò l’eretico – che, dopo aver ricevuto uno schiaffo in una guancia, bisogna porgere l’altra, per riceverne un secondo.” “Si – disse Francesco – ho detto questo perché è documento evangelico.” – Ebbene – rispose l’eretico – vorrei sapere se in questo momento io vi dessi uno schiaffo sonoro, mi porgereste voi l’altra guancia, per riceverne un altro?” “Adesso – soggiunse Francesco – non debbo rispondere io, che non so quel che farei, ma so bene quel che dovrei fare; tocca a voi farne la prova.” La saviezza e l’umiltà del predicatore confusero quell’insolente, che si ritirò molto ammirato della dolcezza e moderazione del missionario. Da quel giorno non perdette più nessuna delle sue prediche, e finalmente si arrese alla verità, abiurando gli errori nelle mani del Santo, che era veramente grande in opere ed in parole.