Quando l’anima è giusta è sposa del Signore; come giusta ha la carità, e come sposa è introdotta nel sacro gabinetto dei profumi, di cui parla la Cantica. Ora, quando l’anima commette il peccato vien meno per mancanza di vita spirituale: questo sembra incredi­bile; e chi potrebbe mai pensare che una creatura voglia abbandonare il suo Creatore, il suo Sommo Bene, per cose così sciocche, come sono gli allettamenti dei pec­cato? Se ne meravigliano certamente in Cielo, e se Iddio fosse soggetto alle passioni, verrebbe meno per questa sventura, come spirò sulla Croce per redimerci, quando era mortale.

S. Francesco di Sales, Teotimo, Parte 3, Lib. 3, Cap. 3.

 

Il 4 luglio 1595 S. Francesco di Sales, occupato nella mis­sione dello Chablais, ebbe la felice idea di farsi preparare una teca d’argento dorato, per deporvi le ostie consacrate e, por­tandola sospesa al collo, recare così, in segreto, la Comunione ai poveri moribondi, ai quali non si osava ancora portarla pub­blicamente. Non aveva mancato di avvertire i suoi figliuoli spi­rituali che quando lo vedessero camminare per la città più gravemente del solito, senza salutare nessuno, era segno che portava con sé Colui al quale è dovuto ogni rispetto: lo se­guissero quindi fin dove si recava, per onorare il SS. Sacramento e trovarsi presente alla Comunione dell’infermo.

Sarebbe impossibile esprimere i cordiali sentimenti del santo Apostolo, quando portava sul petto il Dio del suo cuore: egli stesso dice che si paragonava allora al Sommo Sacerdote del­l’antica Legge portante sul petto il Razionale, dove in dodici pietre preziose erano impressi i nomi delle dodici Tribù d’Israele; ma oh! quanto trovava il suo Razionale più prezioso di quello!  Nei suoi colloqui con la Madonna, alludendo a questa grazia, il Santo diceva, come si trova nei suoi scritti: «Oh! Vergine Santa, castissima tortorella, è possibile che il vostro casto Pulcino abbia eletto per nido il mio petto?» Veramente era cosa ammirabile che il suo cuore non si struggesse o scoppiasse d’amore, per immedesimarsi col Diletto, mentre – diceva egli – io lo tenevo e lo stringevo proprio vicino, vicino al mio cuore». E’ da credersi però che l’infervorato cuore del Santo sarebbe davvero scoppiato d’amore in queste occasioni, se la stessa divina dilezione non fosse stata la sua vita.