Le nostre imperfezioni non ci debbono piacere, anzi dobbiamo dire con  l’Apostolo: Misero me: chi mi libererà da questo corpo di morte? Non ci debbono  però neanche spaventare, né farci perder d’animo: dob­biamo ritrarne sottomissione, umiltà, diffidenza di noi stessi, ma non avvilimento,né afflizione di spirito, e molto  meno diffidenza dell’amor di Dio per noi. Dia non ama i peccati  veniali e le imperfezioni, ma nonostante questi ci ama.  

S. Francesco di Sales. Lett.Spirit.

 

Impossibile esprimere la diligenza che S. Francesco di Sales nel coltivare il suo interno: esaminava puntualmente le menome circostanze dei suoi difetti, con grande risoluzione di correggersi; mentre non aveva solo giurato inimicizia con tutto quello che potesse renderlo poco gradito a Dio, ma tutto quello che lo impedisse di rendersi a Lui sempre più caro. Era continuamente tanto presente a se stesso, che rare volte faceva qualche cosa per sorpresa o inavvertenza: teneva il suo spirito continuamente alla presenza di Dio, e ne aveva contratto tanta abitudine che i suoi pensieri, le sue parole, le sue azioni erano un perpetuo flusso e riflusso di pensare, dire e fare tutto in Dio, per Iddio e secondo Dio. Come il balsamo si liquefà e scorre verso il fuoco di cui sente il calore, cosi il suo cuore, riscaldato dalla fiamma della divina Bontà, si liquefaceva e si effondeva in Dio impercettibilmente, trattenendovisi con ammira­bile compiacenza: ecco perché i suoi occhi, la sua fronte, il suo parlare, il suo volto e il suo contegno esalavano il soave pro­fumo della Divina presenza, e dovunque egli entrasse pareva che Dio vi entrasse con lui.