L’uomo non è mai in uno stato stazionario in quanto alla perfezione; o egli va innanzi, o torna indietro. Tutti corrono, ma un solo riporta il premio, dice l’Apostolo: correte in modo da poterlo ottenere. Qual è questo premio, se non Gesù Cristo? E come potreste possederlo, senza seguirlo? Se voi lo seguirete, andrete dietro a Lui e correrete sempre, perchè Egli non si fermò mai, ma continuò sempre il corso del suo amore e della sua ubbidienza fino alla morte, e morte di croce! Andate dunque con Lui e non abbiate altro limite che quello della vostra vita; finchè essa durerà correte dietro al Salvatore, ma correte con ardore, men­tre a che vi gioverà il seguirlo, se non sarete poi così fortunato di possederlo?

S. Francesco di Sales.   Teot. P.I, Lib.2,Cap.I

L’11 giugno 1619, trovandosi S. Francesco di Sales a Pa­rigi, la contessa di San Paolo, stimata per la sua virtù ed alta pietà in tutta la Francia, dopo essersi confessata e comunicata da lui, lo supplicò di tenere nel pomeriggio una conferenza spi­rituale, nella chiesa delle monache della Visitazione, per la festa di S. Barnaba, di cui era devotissima. Il buon Prelato lo ac­cordò, quantunque non fosse preparato e non avesse tempo di prepararsi, anzi aveva altrove un altro impegno di pietà, onde mandò a scusarsi, e verso le due pomeridiane si trovò dalle sue figlie. Fece un santissimo e utilissimo discorso sulla vita di San Barnaba, che terminò con questi tre punti: “1° Non bisogna mai attaccarsi alla propria opinione; 2° non bisogna stupirsi delle proprie cadute, poiché si deve sapere che la debolezza è debole e la miseria miserabile; piuttosto bisogna rialzarsi pron­tamente, e rendere le nostre cadute meno frequenti che sia pos­sibile; 3° fa d’uopo cordialmente rispettare la Misericordia divina, che sa trarre la sua gloria e il nostro bene dalla nostra abbiezione e dai nostri mali”. Finito che ebbe di parlare, pa­recchie signore gli proposero le loro difficoltà e i loro dubbi su diverse materie ed egli, come un altro S. Girolamo fra le dame romane, le ascoltò e risolvette le loro questioni; ma nella foga del trattenimento quelle signore cominciarono a parlare tutte insieme e con molta fretta, onde il benigno e tranquillo Prelato disse loro, con graziosa e ammirabile dolcezza: “Signore, vi prego dirmi a chi bramate ch’io risponda prima, mentre state parlando tutte insieme!” A quest’amabile correzione tutte tacquero, e nessuna osava più interrogarlo. L’uomo di Dio, sor­ridendo paternamente, riprese per ordine le questioni che le sue Filotee gli avevano proposte un po’ confusamente; le risolvette tutte, una dopo l’altra, con tale saviezza e pietà che la Du­chessa di Vendôme, nel ritirarsi, disse alla superiora del Monastero: “Veramente, Madre mia, abbiamo qui più che Salomone”; e la Contessa di San Paolo, rimasta ancora a conferire priva­tamente col Santo, con carta e penna alla mano, mise in iscritto gli avvisi del grande Direttore,  “temendo – diceva – di per­dere, per difetto di memoria, qualche sentenza o parola di quel­l’ uomo santo”.