Dobbiamo accostarci alla S. Comunione per imparare ad amare il Signore, purificarci dalle imperfezioni, liberarci dalle miserie, consolarci nelle afflizioni e sostenerci nelle nostre debolezze… Due sorta di persone debbono comunicarsi spesso: i perfetti perché, essendo ben disposti, avrebbero gran torto di non accostarsi spesso alla fonte ed origine della perfezione; e gl’imperfetti, per arrivare alla perfezione. I forti per non divenire deboli, e i deboli per diventare forti.
S. Francesco di Sales, Filotea, Parte 2, Cap. 21.
Il 18 maggio 1593 S. Francesco di Sales si ritirò in solitu¬dine nel Castello di Sales, (tutta la famiglia era al Castello de La Thuille) per prepararsi agli Ordini sacri, e fece chiamare il pio ecclesiastico Bouvard, per essere da lui assistito ed istruito. Nel processo di Beatificazione e Canonizzazione del Santo, questo venerando sacerdote ha deposto di essere rimasto allora molto sorpreso, non tanto della purità di coscienza del giovane Prevosto, della quale aveva da lungo tempo piena cognizione, ma dal vederlo tanto istruito in tutti i doveri dei chierici che, sarebbe stato capace di insegnare agli altri: lo trovò pure ben provvisto di breviario, che aveva portato dall’Italia e tanto abi¬tuato alla recita dell’Ufficio divino, che gliene fece le meraviglie. Il santo giovane gli confessò allora come, nel tempo dei suoi studi a Padova, tutte le volte che poteva, si portava a recitare le ore canoniche con i Padri Teatini, per i quali aveva un tenero affetto; e quando viaggiava si faceva sempre un piacere di dire l’Ufficio divino col suo amico, il Reverendo abate Déage: “Questo – disse – mi sembrava proficuo in tre maniere: per dar gloria a Dio, sollevare il mio Maestro, istruirmi e occuparmi santa¬mente”, aggiungendo pure che non credeva vi fossero al mondo, dopo la S. Scrittura, libri più belli del Breviario Romano; e una volta si era molto stupito nel sentire che vi erano sacerdoti ignoranti della vera scienza dei santi, cosa da lui attribuita alla poca attenzione da essi avuta alle sante parole dell’Ufficio.