Le parole con le quali il Signore ci esorta a prendere la sua croce e seguirlo si debbono intendere in questo senso, che bisogna ricevere di buon cuore e indifferentemente tutte le croci che ci vengono imposte e tutte le mortificazioni e afflizioni che ci avvengono, benché leggere e di poca importanza; essendo sicuri che il merito della croce non sta nel suo peso, ma nella perfezione con la quale si porta.
S. Francesco di Sales, Serm. Famil.
Il 10 maggio 1593 S. Francesco di Sales si levò di buon mattino e indossò la sottana, benedetta dal Rev. Amedeo Bouvard, sacerdote de La Thuile, uomo dottissimo e virtuoso, il quale aveva ricevuto le prime confidenze del Santo in ordine alla sua risoluzione di consacrarsi a Dio ed alla Chiesa. Questo virtuoso sacerdote aveva, in segreto, preso le misure e fatto preparare un abito ecclesiastico, per rivestirne il santo giovane appena avesse ottenuto il consenso dei genitori. Si provava grande consolazione nel sentir parlare di questo fatto quel venerando vegliardo, che fu uno dei primi deponenti nel processo di Beatificazione di S. Francesco di Sales. Con le lacrime agli occhi, egli assicurava non esser possibile a nessun novizio ricevere l’abito della religione con più umiltà, ardore interno, pietà e modestia, di quello che dimostrò S. Francesco nell’indossare la sottana, nella chiesa de La Thuile, in presenza del SS. Sacramento, comunicandosi poi per le mani dello stesso sacerdote, che gli disse: “A vedervi, Signore, pare che prendiate l’abito di cappuccino!” E il santo giovane di rimando: “Prendo l’abito di S. Pietro; è solo per dispensa che siamo secolarizzati esternamente, ma ci resta l’obbligazione interna alle catene di quel grande Apostolo.”
Il pio abate Bouvard raccontava parecchi altri particolari a questo riguardo, che a volerli riferire aumenterebbero troppo il nostro compendio: ci basti dire che S. Francesco stimò questo giorno come uno dei più felici della sua vita: “Poiché – diceva – in quel giorno ho indossato la corazza, ho brandito la spada, mi sono arruolato con Gesù Cristo; bisogna dunque mantenere la parola, sotto pena di eterno supplizio.”