Le grandi occasioni di servire Iddio si pre­sentano di rado, ma le piccole sono ordinarie. Ora chi sarà fedele nel poco – dice il Salvatore – sarà sta­bilito nel molto. Fate dunque tutte le vostre cose nel nome di Dio, e tutte saranno ben fatte: che voi mangiate o beviate, dormiate, o vi prendiate qualche sol­lievo, purché sappiate ben indirizzare la vostra inten­zione, profitterete assai innanzi a Dio, facendo tutte queste cose perché Dio vuole che le facciate.

Filotea, p. 1, Cap. 36.

 

Il 24 aprile 1620 San Francesco di Sales si preparava per celebrare la Messa, quando fu sorpreso da una santa affluenza di dolcezze spirituali, che toglieva il suo spirito da ogni atten­zione umana e lasciava il suo corpo come immobile. Vedendo che non recitava le preghiere e neppur muoveva le labbra, i suoi familiari l’avvertirono che il tempo di dire la Messa passava e le persone aspettavano : egli allora si alzò, dicendo: “Dunque riceverò il divin Salvatore, dunque lo riceverò?!” E si parò per la S. Messa con allegrezza straordinaria. Il signor Michele Favre, suo confessore e cappellano, avendolo pregato di dirgli che cosa fosse avvenuta, il Santo gli confessò ingenuamente che Nostro Signore faceva nel suo cuore un’infusione di grazie preparatorie per la S. Comunione : l’anima sua veniva illuminata sui misteri dell’Incarnazione, della Messa e della Comunione; erano cose inesprimibili, tuttavia le spiegherebbe un giorno, se Dio gli desse agio di poterle scrivere.