“Dobbiamo renderci pieghevoli al gusto divino come se fossimo di cera, non fermandoci a desiderare e volere le cose, ma lasciandole volere e fare a Dio, col mettere in Lui ogni nostra sollecitudine, tanto quella di accettare gli avvenimenti, quanto quella di volerli o non volerli, perché Dio avrà cura dei nostri affari e di, perché lascio il mio volere al vostro gusto, vi benedirò per tutto quel che avrete voluto.”
Teotimo, Part. 2, Lib. 3, Cap. 5.
Una volta, il 19 aprile, mentre era nel pia forte e penoso delle sue fatiche nello Chablais, S. Francesco di Sales sostenne un ardente assalto d’amor divino: l’anima sua si sentì tanto accesa dall’amor di Dio e dallo zelo per la Casa del Signore, e per la conversione delle anime, che avrebbe voluto immolarsi per questi tre fini. Dopo la sua morte; si è trovato un biglietto, scritto di sua mano, nel quale racconta questa grazia così: Amor meus, furor meus! Il mio amore è il mio furore! La mia azione un furore per il mio Diletto: l’uno e l’altro sono impressi nell’anima mia. Amor meus, furor meus, e debbo spesso ripetere questa strofetta:
E’ l’amore, o il furore
Che mi spinge, o Salvatore?
L’uno e l’altro, caro Dio,
Sono accesi nel cuor mio.
Il marchese di Lullin, cavaliere della SS. Annunziata e dei primi Signori della Savoia, stimò questo biglietto scritto dalla mano del Santo, reliquia tanto preziosa, che ne fece dono all’Infante di Spagna, Isabella-Chiara-Eugenia, Reggente dei Paesi Bassi. L’illustre Principessa ne lo ringraziò assai affettuosamente, assicurandolo che il prezioso bigliettino prenderebbe posto nel tesoro delle sue reliquie.
Lo stesso giorno, nel 1665, S. Francesco di Sales fu canonizzato da Papa Alessandro VII. Durante la solenne cerimonia della Canonizzazione, il Papa venne sorpreso da una colica nefritica, tanto violenta, che lo si vide sudare a grosse goccie. Era sul punto di lasciare la funzione, non avendo più forza di continuare. Prima però d’interrompere, volle implorare il soccorso delle preghiere del Beato, delle quali aveva altra volta riconosciuto l’efficacia: ottenne subito la grazia desiderata; appena cominciò ad invocare il nuovo Santo, i dolori cessarono e poté continuare la cerimonia.