Mirate in tutte le cose la volontà generale di Dio, mediante la quale compie le opere della sua Misericordia e della sua Giustizia, in Cielo, in terra e negli abissi. E con una profonda umiltà approvate, lodate ed amate questa santa, giusta ed amabile volontà. Mirate ancora la volontà particolare di Dio, mediante la quale ama i suoi, concedendo loro diverse tribolazioni e non pochi travagli, e quindi approvatela. Considerate questa stessa volontà nella vostra persona, in tutto ciò che vi occorre e vi può occorrere di bene o di male, fuorché il peccato; poi lodatela, approvatela ed amatela; infine protestate di voler sempre onorare, adorare, benedire questa santa volontà e rimettere alla sua disposizione voi medesimo con tutte le persone che vi appartengono.
Il signor Giov. Battista di Valenza, Senatore di Chambery, depose che S. Francesco di Sales, studente a Padova, ottenne dal sig. Déage, suo precettore, di passare la notte dal giovedì al venerdì santo – 11 aprile 1591 – presso i Reverendi Padri di S. Antonio; dove, avendo assistito alla predica del P. Gesualdo, insieme con la compagnia dei Penitenti, si diede una sì rude disciplina da restarne tutto insanguinato. Lo stesso signor di Valenza, che lo aveva accompagnato, assicurava pure che tutta quella settimana il santo giovane era stato, come un anacoreta, in solitudine e penitenza e che all’uscirne disse: “Caro compagno, un giorno solo nella casa di Dio e al servizio di S. D. Maestà non vale più di mille nei tabernacoli dei peccatori?”