Si trovano due sorta di persone, le une temono fuor di modo la morte, le altre non la temono punto. Gli estremi sono sempre dannosi e pericolosi, special­mente in questa materia. Poiché coloro che si lasciano trasportare dal soverchio timore della morte sono in pericolo di precipitare nella disperazione, e quelli che non la temono punto si lasciano trasportare facilmente al peccato. Onde schivare questi due eccessi, conviene temere la morte, senza temerla, confidandoci nella bontà e nei meriti del Divin Salvatore.

San Francesco di Sales, Serm. famil.

Verso la Pasqua del 1595 S. Francesco di Sales, avendo cominciato a confessare i soldati della fortezza des Allinges, da lui precedentemente istruiti, ne trovò uno ridotto quasi alla di­sperazione dal sermone sull’orrore del peccato. Il Santo ne prese particolarissima cura, lo fece dormire nella sua camera e man­giare alla sua mensa, lo mise in stato di fare la sua confessione in parecchie volte e, commosso dalla sua contrizione, gl’impose per penitenza soltanto la recita di un Pater ed Ave. Sorpreso il soldato di questa condotta, rivolto al Santo disse: “Ah! Signore, volete dannarmi, imponendomi, per tanti delitti, una penitenza sì lieve?” – “No – disse Francesco – confidatevi nella Mi­sericordia di Dio, assai maggiore di tutte le vostre iniquità, e in quanto alla penitenza, farò io il resto.” – “Ah! non sarà così – replicò il soldato – sono io il peccatore, voi siete inno­cente.” Alcuni anni dopo, questo soldato tornò dall’Apostolo dello Chablais e gli disse di essersi congedato per farsi Certo­sino, avendo capito che doveva impiegare tutta la vita nel far penitenza dei suoi peccati passati.