Non amate troppo nessuna cosa, ve ne prego, neanche le stesse virtù, le quali per volerle troppo amare qualche volta si perdono. Siamo quello che siamo, e siamolo bene, per fare onore all’Artefice che ci ha fatti. Siamo quello che Dio vuole, purché siamo suoi. Non ci curiamo di essere quello che noi vogliamo, contro l’intenzione di Dio; perché, quando fossimo le più eccellenti creature del Cielo, a che ci servirebbe, se non lo siamo per volontà di Dio?
San Francesco di Sales, Lett. spirit.
Il 14 marzo 1599 S. Francesco di Sales presentò al Papa Clemente VIII diversi pro-memoria, per la sistemazione della fede cattolica nello Chablais e per il ristabilimento della stessa fede nei baliaggi di Ternier e Gaillard. Quantunque non trascurasse nulla di quanto poteva contribuire all’avanzamento di questo affare e non mancasse di raccomandarlo alle persone che più avevano accesso presso Sua Santità, era nondimeno più spesso vicino agli altari e sulle tombe dei Martiri che alla Corte, e disse graziosamente ad una persona, che si lamentava della lunghezza dei negoziati presso la Corte di Roma: “Trovo che questa lunghezza non è tanto effetto della flemma e della saviezza della Corte di Roma, quanto segno della Provvidenza divina, che in tal modo vuol dare comodo ai forestieri di visitare tranquillamente i luoghi santi, e raccomandare molto gli affari a Dio e ai suoi Santi.”
Questo stesso giorno, nell’anno 1620, S. Francesco di Sales cresimò e tonsurò Carlo Augusto di Sales, suo nipote, e poi disse al padre di lui: “Mio caro fratello, se Dio vuole che questo fanciullo, figlio vostro per natura e figlio mio per affetto, viva lungo tempo, io desidero versare sul suo capo tutto quello che, per grazia di Dio, è stato messo sul mio: la santa volontà di Dio si adempisca su questo fanciullo, che è un figlio di elette benedizioni.”