Non badate in modo alcuno alla sostanza delle cose che farete, ma all’onore che hanno, per meschine che siano, di esser volute dalla divina Volontà, ordinate dalla divina Provvidenza, disposte dalla divina Sapienza. In una parola, se queste opere sono gradite a Dio e riconosciute per tali, a chi debbono dispiacere? Usate diligenza ad aumentare ogni giorno la purità di cuore, che consiste appunto nell’apprezzare tutte le cose e pe­sarle al peso del Santuario, il quale non è altro che la Divina Volontà.

San Francesco di Sales, Lett. spirit.

S. Francesco di Sales nutriva una particolarissima devozione verso S. Francesca Romana, onorata dalla Chiesa in questo giorno. Il celebre Monastero delle Oblate di Tor dei Specchi, fondato ed abitato dalla Santa, fu uno dei luoghi di pietà da lui visitato con più devozione nei due viaggi fatti a Roma. Consi­gliava alle coniugate di leggere la vita di questa Santa e, quando l’occasione si presentava, non mancava di parlarne con elo­gio nelle sue prediche. Senza dubbio era la vita umile e mortificata, con la quale l’illustre vedova s’innalzò a tanta santità, che attirava la tenera pietà del nostro Santo. Dalle pri­me e più antiche memorie dell’Ordine della Visitazione si scorge che egli dava questa Santa per modello alle sue figlie e le chia­mava Oblate della SS. Vergine, ma siccome il nome di Oblate non era allora usato in Francia, per condiscendenza, egli si e­spresse come segue in un biglietto alla santa Madre di Chantal:

“Si, figlia mia, si, senza ostinazione, cambieremo il titolo di Oblate, poiché esso dispiace tanto a codesti signori. Ma non per questo muteremo mai il disegno e l’eterno voto di essere per sempre umilissime serve della Madre di Dio; rinnovatene anzi la promessa nella santa Comunione, come io farò nella santa Messa. Ah!… oggi sono dodici anni che ebbi la grazia di cele­brare nel monastero di quella santa vedova romana, con mille desideri di esserne devoto per tutta la vita. Essa è certamente la nostra santa Patrona, e bisogna che sia il nostro modello. Amava il suo piccolo Battista, quanto voi amate il vostro Celso Benigno, ma lo lasciò interamente alla merci della di­vina volontà, che ne fece un figlio di benedizione; ed io spero lo stesso per il caro figliuolo della mia carissima Madre.”