Non bisogna turbarci se non ci troviamo ugual­mente dolci e soavi con tutti, purché amiamo il pros­simo con vero affetto, cordialmente, come il Signore ci comanda d’amarlo, preferendolo sempre e in ogni cosa a noi stessi, secondo l’ordine della santa carità, e mai negandogli nulla di quanto possiamo fare per suo bene; mentre bisogna tutto fare per il prossimo, eccetto dan­narci.

San Francesco di Sales, Tratt. famil.

 

Il giorno 8 marzo 1615 S. Francesco di Sales mandò al presidente Favre una lettera, da lui scritta al Duca di Savoia per giustificazione dei suoi fratelli, calunniati presso il Sovrano, come già si è detto: “prego l’amico di consegnarla o ritenerla, secondo stimava meglio, dopo averne preso cognizione. Quanto a noi, faremmo torto ai devoti del Santo se non ne dessimo la traduzione, eccola:

«Monsignore, supplico umilissimamente V. A. di permettermi la discreta libertà che la mia carica mi concede verso tutti. I Papi, i Re e i Principi sono spesso soggetti ad esser tratti in inganno dai rapporti e dalle accuse e ad emanare sentenze per surrezione; le rimettono perciò ai loro Senati e Consigli, affinché, udite le parti, siano avvertiti se la verità si trova in favore dei supplicanti. I Principi non possono dispensarsi dal seguire questo metodo, essendovi obbligati sotto pena di eterna danna­zione. V. A. ha ricevuto accuse contro i miei fratelli: ha fatto bene riceverle, se le ha ricevute solamente nelle orecchie. Ma, se le avesse ricevute nel cuore, essendo io non solo suo umilis­simo e fedelissimo suddito, ma ancora suo affezionatissimo, quan­tunque indegno, Pastore, mi perdonerà se le dico che ha offeso Iddio ed è obbligata di pentirsene, anche quando le accuse fos­sero vere; perché nessuna sorte di parole svantaggiose al pros­simo deve essere creduta, senza avere esaminate le parti. Cre­detemi, Monsignore, chiunque vi parla altrimenti tradisce l’anima vostra; e per quanto gli accusatori siano degni di fede non si debbono credere, se prima non si ammettono gli accusati a di­fendersi, ecc. ».

E il Santo aggiunge parecchie altre ragioni per la giustifi­cazione degl’innocenti, di modo che se, in mille circostanze comparisce un prelato mansuetissimo, in questa si mostra zelante difensore dell’innocenza accusata.