Prendete per voi la massima dell’Apostolo, che dice: Dio mi guardi di gloriarmi in altro, che nella Croce del mio Gesù. Mettetevi nel cuore Gesù croci­fisso, e tutte le croci del mondo vi sembreranno rose. Quelli che hanno sentite le punture delle spine del Salvatore, che è nostro Capo, non sentono, in modo alcuno, le altre ferite.

San Francesco di Sales, Lett. spirit.

 

Il 17 febbraio 1617, mentre S. Francesco di Sales predicava la quaresima a Grenoble, i Ministri protestanti riunirono i più dotti di loro per opporsi all’uomo di Dio, spargendo dovunque che volevano ad ogni costo annientarlo. Alcuni amici dei Santo ne l’informarono, dicendogli che uno di quei Ministri aveva la gola di ferro e la lingua avvelenata più di quanto si potesse pensare. “Bene – rispose il Santo – ecco proprio quello che fa per me. Dio tirerà la sua gloria dalla mia confusione”.

Gli fu replicato – Volete esporre all’obbrobrio la vostra sacra persona? – “Gesù Cristo vi ha esposto la sua persona divina – rispose egli – è stato satollato di obbrobri; spero, nella sua grazia, di esser disposto a soffrire più ingiurie di quante quei signori potrebbero farmene. Se noi saremo umiliati, Dio sarà glorificato, mentre è proprio di Dio volgere in suo onore l’infamia che gli eretici gettano sui figli della Santa Chiesa. Se Dio ci fa questa grazia, avremo la gioia di parecchie grandi conversioni.” Così in parte avvenne: durante la disputa, il Santo rimase nella sua modestia ordinaria, lasciando parlare quel ciarlatano eretico, senza interromperlo mai, neppure con una sola parola; ma egli vomitò il suo veleno senz’ordine e senza ragione, di modo che tutti gli astanti ne furono indignati. Vedendo questo, il santo Prelato ruppe il suo silenzio, confutando tutte le false proposizioni del Ministro, con tanta forza e tanta sapienza, che l’eretico rimase confuso. Ad ogni parola però interrompeva il sant’uomo, che subito taceva, quando l’altro voleva parlare, e riprendeva dolcemente il discorso, quando l’avversario taceva; questo fece dire al Consigliere de Santereau che tutto predicava in quell’uomo di Dio, perfino il suo silenzio. Siccome gli si fece osservare che lasciava troppo tempo all’au­dacia del Ministro, egli rispose: “Ahimé ! è tutto quel che gli possiamo dare in questa occasione, in cui non ha né senso, né ragione: è bene si conosca questo dai nostri avversari e si sappia che non è nostro disegno di umiliarli e superarli, ma solo di convincerli e convertirli.”