Esercitiamoci semplicemente, umilmente e de­votamente nelle piccole virtù, l’acquisto delle quali il Signore ha commesso alla nostra cura e fatica. Esse sono la pazienza, la benignità, la mortificazione del cuore, l’umiltà, l’ubbidienza, la povertà, la castità, la tenerezza verso il prossimo, il sopportare le sue im­perfezioni, la diligenza e il santo fervore. Lasciamo volentieri le virtù straordinarie alle anime elevate, ché noi non meritiamo un sì alto grado nel servizio di Dio. Fermiamoci con umiltà nel nostro cammino più basso, ma più sicuro; meno eccellente, ma più comodo per la piccolezza ed insufficienza nostra; e se umil­mente ci manterremo in esso, Iddio ci innalzerà a su­blimi grandezze.

San Francesco di Sales, Filotea, part. 3, cap. 2

 

Nel 1606 S. Francesco di Sales predicò, come si è detto con grande successo, il quaresimale nella città di Chambéry, e Monsignor Vescovo di Grenoble, nella cui diocesi si trovava allora compresa quella città, gli diede di buon cuore le più ampie facoltà, di modo che il Santo, non solo si occupò della predicazione e dei catechismi, ma amministrò la Cresima e conferì gli Ordini Sacri. Oltre a ciò, frequentava le prigioni, per sollevare e consolare i prigionieri, si recava al capezzale degli infermi, per disporli a una santa morte, o aiutarli a fare buon uso delle loro infermità e pose termine pure a parecchie grandi differenze. Un tale, che s’applicava a criticare tutto quanto il Santo faceva, gli disse che la sua assiduità al lavoro non era minore a Chambéry che ad Annecy, e che forse, forse s’imma­ginava essere egli il Vescovo di Grenoble… Il Santo, sorridendo, rispose: “Questa fantasia sarebbe graziosa… in ogni caso, il Vescovado di Grenoble è, come il mio, una piccola parte dell’eredità di Gesù Cristo, nostro unico, solo e sommo Padre di famiglia”.