La devozione non è altro che un’agilità e vivacità spirituale, per mezzo della quale la carità opera in noi, o noi stessi operiamo, per mezzo suo, prontamente ed affettuosamente. E come appartiene alla carità di farci osservare tutti i comandamenti di Dio, così appartiene alla devozione di farceli osservare con prontezza e diligenza. Colui il quale non osserva tutti i comandamenti di Dio non può essere stimato buono, né devoto; mentre, per esser buono, bisogna avere la carità, e per esser devoto, oltre alla carità, bisogna avere una grande vivacità e prontezza nelle azioni proprie della carità.
San Francesco di Sales, Filotea, Parte 1, Cap. 2.
Il 14 febbraio 1619 S. Francesco di Sales se ne andò alle prigioni di Parigi, per istrappare alla disperazione e alla perdizione eterna un sacerdote della diocesi di Chartres, il quale aveva più orrore della morte, che dei suoi delitti! Questo poveretto però si convertì, con molta edificazione di tutti. Monsignor Camus racconta che, quando il santo Vescovo si occupava in quest’opera di carità e di zelo, egli andò a dirgli che perdeva tempo in quella carcere, mentre era aspettato alla Corte. “Ah! mio caro fratello – gli rispose – io faccio la corte al cuore di questo figliuol prodigo, e sarò troppo felice se mi riuscirà di ricondurlo a suo Padre.