La morte, le afflizioni e gli altri travagli di cui abbonda la nostra vita e che, per giusto giudizio di Dio, sono pene del peccato, divengono ancora, per sua dolce misericordia, tanti gradini per salire al Cielo, tanti mezzi per profittare nella grazia, e tanti meriti per ottenere la gloria. Sono dunque veramente amabili la povertà, la fame, la sete, la tristezza, l’infermità, la morte e la persecuzione, perché giuste punizioni dei nostri falli, ma punizioni talmente temperate dalla clemenza divina, che dolcissima è la loro amarezza.
San Francesco di Sales, Teot., Lib. 3, Cap. I.
Nel 1612, soffrendo S. Francesco di Sales un forte dolor di denti, la Santa Madre di Chantal gli mandò un pannolino che aveva toccato le reliquie di Sant’Apollonia, pregandolo di applicarlo sulla guancia inferma, mentre tutta la comunità pregherebbe per la sua guarigione. Nel pomeriggio dello stesse giorno, il Santo accompagnò la restituzione della reliquia col seguente biglietto: “Mia carissima figlia, ecco il vostro sacro rimedio, che per me è stato veramente rimedio sovrano, mentre Iddio ha agito verso di me secondo la vostra fede, speranza e carità: a gloria di Gesù Cristo e della santa sua sposa, debbo pur confessare che oggi non credevo possibile di celebrare la Messa, tanto era forte il gonfiore della guancia e della bocca, ma essendomi appoggiato al mio genuflessorio ed avendo applicato, per obbedirvi, la vostra reliquia sulla mia guancia, ho detto: Mio Dio, se tale è la vostra santa volontà, sia fatto come vuole Nostra Madre. Il mio male è cessato all’istante. Son rimasto lì per qualche tempo e Nostro Signore, per sua bontà, mi ha suggerito molti buoni pensieri… Ma, figlia mia, ve lo dirò io?… Quando sono uscito fuori, tutti mi hanno detto che la mia guancia era sgonfiata, ed io stesso sentivo di non soffrire più nulla. Oh! Viva Iddio, ammirabile nei Santi suoi.” Ha Egli voluto che oggi soffrissi questo male, per farci onorare la sua santa sposa Apollonia e darci una prova tangibile della comunione dei Santi.