“Più spesso che potete, richiamate durante il giorno il vostro spirito alla presenza di Dio, mirando quel che Dio fa e quello che voi fate. Vedrete gli occhi di Dio perpetuamente rivolti verso di voi, con un amore impareggiabile: Oh Dio! direte allora, perché non vi guardo io sempre, come Voi sempre mi guardate? Perché, Signore, pensate Voi tanto, spesso a me, ed io penso si di rado a Voi?”

san Francesco di Sales,  Filotea, Parte 2, Cap. 12.

 

Il 24 gennaio 1604, predicando S. Francesco di Sales in occasione di un Indulgenza che cadeva il giorno di S. Timoteo, parlò si efficacemente dello zelo di questo santo Vescovo per la salute del suo popolo, che parecchie persone ne furono commosse, fra le quali Luisa di Chatel, nativa di Normandia, che il signor di Charmoisi aveva sposata a Parigi. Educata alla Corte, dalla sua giovinezza, questa dama possedeva tutti i vantaggi che il mondo stima, e la sua educazione e le sue belle qualità nutrivano nell’anima sua lo spirito del mondo e mantenevano nel suo cuore l’amore della vanità, opposto alla grazia del cristianesimo. Commossa però dalle parole del nostro Santo venne a gettarsi ai suoi piedi, per manifestargli il desiderio che aveva concepito di convertirsi e darsi a Dio senza riserve. Il santo Pastore la ricevette come una pecorella smarrita, che dal deserto della va­nità torna all’ovile della devozione. Cominciò per metterle in iscritto i suoi consigli; e queste lettere formarono in seguito il primo abbozzo dell’ammirabile libro dell’introduzione alla vita devota.