“Ottima cosa è l’aver confusione di se stes­so, quando si sente la propria imperfezione e miseria; però non bisogna fermarsi qui, né cadere in pusillani­mità, ma alzare il cuore a Dio, con una santa confi­denza, il fondamento della quale dev’essere in Lui e non in noi, mentre noi ci mutiamo, ma Dio non si muta mai; anzi resta sempre egualmente buono e misericor­dioso con noi, tanto se siamo deboli ed imperfetti, quanto se siamo perfetti e forti. Son solito dire che il trono della Misericordia di Dio è la nostra miseria. E’ necessario dunque che, quanto maggiore è la nostra miseria, tanto più grande sia la nostra confidenza.“

San Francesco di Sales, Trattenimenti spirituali.

 

Il 16 gennaio 1618 S. Francesco di Sales ricevette, con am­mirabile dolcezza, il libello diffamatorio, che un avvocato aveva scritto contro di lui e delle sue figlie della Visitazione, ma in termini così ingiuriosi che i più indifferenti ne furono commossi. Quantunque il S. Prelato conoscesse lo spirito e il carattere di quell’uomo, che da tre o quattro anni si ostinava a perseguitarlo, mai volle permettere che se ne facesse nessun risentimento, di­cendo a coloro che volevano vendicare questa ingiuria: “Ho ri­messo quest’uomo nelle mani di Dio, bisogna che nessuno sia tanto ardito di volerlo toccare; ogni giorno invoco per lui la di­vina Misericordia, ma temo assai per lui la divina Giustizia”. Pare purtroppo che, perseverando nei suoi vizi, l’infelice avvo­cato perdesse la sua causa eterna, poiché fece funestissima fine.