« Poco m’importa il vivere in questi brevi passeggeri momenti, purché io viva eternamente con Dio nella gloria. Siamo incamminati verso l’eternità e quasi, quasi vi abbiamo già messo un piede, dunque purché l’eternità per noi sia felice, che importa che siano penosi i momenti transitori di questa vita?… Ma com’è possibile sapere che queste tribolazioni di tre o quattro giorni ci facciano conseguire tanta gloria, tanto gaudio eterno, e non volerle sopportare?… Ah!… tutto quello che non serve all’eternità è una mera vanità ».

San Francesco di Sales, Lett. spirit.

 

Il 15 gennaio 1591 S. Francesco di Sales, pericolosamente ammalato a Padova, disse che, come figlio di famiglia, poteva solo fare in quell’occasione un testamento spirituale, perciò rimetteva l’anima sua a Dio e legava il suo corpo agli studenti di medicina, onde il suo povero corpo, che non era ser­vito a nulla di buono durante la vita, potesse almeno servire a qualche cosa dopo la morte. Piacque pe­rò al Signore di ricompensare l’umiltà del suo servo, disponendo che gli Accademici di quell’Ateneo, lo eleggessero in seguito a loro Patrono e, fatta costruire in suo onore una sontuosa cap­pella, ne celebrassero ogni anno la festa con grande solennità.