Da quanto tempo non eravate al mondo, ma negli abissi del nulla?… Che facevate, povera creatura, entro questo nulla, donde Iddio, per sua pura e soave misericordia, vi ha tratto, non perché avesse bisogno di voi, ma per rendervi partecipe della sua grazia, della sua gloria, avendovi perciò accordato un essere capace di aspirare all’eterna unione con Lui?… Ah! Riconosco ora la mia cecità… e per ripararla, voglio considerare l’anima mia come immagine di Dio, il mio corpo come sua fattura e tutto il mio essere come partecipazione dell’Essere divino, dal quale emana come la goccia d’acqua dalla sua sorgente.
San Francesco di Sales, Opuscoli : Solitud. Cap. 2.
L’11 gennaio 1614 S. Francesco di Sales, facendo orazione, fu fortemente ispirato di comporre il suo Trattato dell’Amor di Dio, come egli stesso scrisse alla Santa Madre di Chantal, in questi termini: « Il nostro cuore non ha più ripugnanza; resta ora che il timore e la pigrizia dell’uomo esteriore cedano alla volontà vittoriosa del Signore, il quale vuole che, freddo e agghiacciato qual sono, io scriva del suo santo amore. Contate questo giorno per quello nel quale comincio ad impiegarvi tutti i momenti che potrò strappare alla calca degli altri miei doveri, continuamente invocate su di me l’amore del divino Amante ».
Mentre il santo Prelato lavorava in quest’opera d’amore, i demoni facevano i loro sforzi per turbare la sua immaginazione, interrompere la sua attenzione con urli e rumori, uditi un giorno, non senza spavento, anche dal Conte Luigi di Sales. Ma il Santo lo rassicurò, dicendogli con dolce sorriso : « Non temete, caro fratello, Dio governa la piazza, che non sarà presa, né sorpresa ».