Considerate come S. Giuseppe e la Madonna entrano nella grotta (un portico, che serviva talvolta di stalla ai forestieri) perché ivi avvenga il divin parto del Salvatore del mondo! Dove sono i superbi edifici, che l’ambizione mondana costruisce per vili e detesta­bili peccatori? Ah!… quale disprezzo delle cose del mondo ci ha insegnato il Bambinello Gesù! Felici co­loro che sanno amare la santa semplicità e moderazio­ne… misero me! Ho bisogno di palazzi, e neppure mi bastano, mentre vedo il mio Salvatore sotto un tetto tutto buchi, avendo per giaciglio un po’ di fieno!

San Francesco di Sales, Lett. spirit.

Il 24 Dicembre 1618 S. Francesco di Sales predicò a Parigi nella chiesa dei Cappuccini, in presenza della Regina, che volle anche comunicarsi dalle sue mani; lo stesso giorno scrisse alla santa Madre di Chantal: “Si, figlia mia, questa mattina ho predi­cato in presenza della Regina e di tutto il suo bel mondo, ma vi dico la verità, non ho predicato con più santo affetto, né con più piacere di quello che faccio nella mia povera chiesina della Visitazione. Ah ! figlia mia, la presenza del Re e della Regina del Cielo come fa eclissare, agli occhi del nostro cuore, ogni gran­dezza terrena!”

Nel 1622, in questo stesso giorno, il santo Prelato, che si trovava a Lione, pregato dalla Regina Madre Maria de Medicis, si portò a benedire la prima pietra del convento dei Padri Francescani riformati, che si stabilivano nella contrada della Croce rossa. Tenne un fervorosissimo sermone al popolo, invi­tandolo a prepararsi bene per ricevere la vera pietra angolare Gesù Cristo, Signor nostro, che compariva sulla terra nella sua SS. Natività, per cominciare l’edificio della nostra eterna sal­vezza. La cerimonia durò quasi tre ore e il Venerabile Prelato vi rimase molto tempo a capo scoperto, onde, al dire dei medici, la testa ed il cervello talmente gli si raffreddarono, da disporlo all’apoplessia che lo colpì tre giorni dopo. Veramente ebbe un forte mal di capo quel giorno, ma non per questo lasciò di ve­gliare la notte e fare una bellissima esortazione alle sue figlie sulla devozione che dobbiamo avere al Santo Bambino Gesù. Nella Messa di mezzanotte, che disse alla Visitazione, predicò ancora e comunicò tutte le religiose, con tal serafico fervore da dar confidenza alla Madre de Blonay, superiora di quella casa, di domandargli dopo dalla ruota di sacrestia se avesse ricevuto qualche grazia particolare in quella Messa: «Mi è sembrato – gli disse la buona superiora – vedere l’Arcangelo Gabriele al vostro fianco, quando avete intonato il Gloria in excelsis». – Mia cara figlia – rispose il Santo – ho l’udito del cuore molto duro alle divine ispirazioni; è necessario perciò che gli Angeli mi parlino agli orecchi del corpo e colpiscano i miei sensi con una santa melodia». La superiora non fu soddisfatta, insistette, e il santo Vescovo soggiunse: “La verità è che non fui mai tanto consolato all’ altare, il Bambinello Gesù vi è stato visibile ed invisibile : perché gli angeli non vi sarebbero stati con Lui? Ma non ne saprete altro… vi è troppa gente qui”. Interruppe così il discorso, per portarsi a confessare i Principi di Piemonte, e come loro elemosiniere celebrò per essi la Messa dell’aurora nella chiesa dei Padri Domenicani, distribuendo anche la santa Comu­nione. Roberto Arnaud d’Antilly, che si trovò presente a que­sta Messa e ricevette pure la Comunione dalle mani del Santo, amicissimo della sua famiglia, racconta che, essendo andato ad ossequiarlo in sagrestia, dopo la Messa, il Venerabile Prelato lo ricevette con molto piacere e grande cordialità e gli disse, abbracciandolo: “Ah!… figlio mio, vi ho riconosciuto in fractione panis”.