Gli unguenti odoriferi non si tengono esposti all’aria, perché verrebbero ad esalarsi e a perdere il loro pregio: così le anime giuste, temendo perdere il pregio e valore delle loro opere buone, le rinchiudono e conservano, non in una scatola comune, ma in un vaso d’alabastro, come si usa con gli unguenti preziosi; questo vaso d’alabastro è la santa umiltà, dentro la quale, come in uno scrigno d’oro, dobbiamo chiudere le nostre virtù e tutto quello che potrebbe farci stimare dagli uomini, per cercar di piacere solamente a Dio. Considerate S. Giuseppe: egli non solo riceveva un grandissimo aumento in tutte le virtù, per il riflesso di quelle che praticava la SS. Vergine, sua sposa, ma aveva ancora grandissima parte nel possesso del Tesoro divino, il Bambinello Gesù, che a lui era stato affidato, era della sua famiglia e figlio della sua sposa; eppure si teneva tanto nascosto, tanto basso, da parere un uomo qualunque.
San Francesco di Sales, Tratten. spirit.
Nel 1593, in questo giorno, festa di S. Tommaso Apostolo, San Francesco di Sales celebrò la sua prima Messa nella Cattedrale d’Annecy, in presenza del suo Vescovo, dei suoi genitori e fratelli, che si comunicarono dalle sue mani, insieme ad una moltitudine di gente così copiosa, da far credere che la Messa non potesse mai finire. All’altare sembrava un angelo e il popolo cominciò a canonizzarlo in cuor suo; il nuovo sacrificatore disse poi in confidenza alla degnissima Madre di Chantal che, in quel primo sacrificio, Iddio aveva preso possesso dell’anima sua in maniera inesprimibile, ispirandogli intenzioni ed attenzioni tali da servirgli per tutta la vita, mentre ogni sua Messa era stata la ripetizione della prima: celebrò quotidianamente senza mai dispensarsene, se non per causa di malattia, o di assoluta impossibilità.
Era il nostro Vescovo devotissimo di S. Tommaso e non ne lasciava passare quasi mai la festa senza predicarne le lodi: anche nel 1622, appena sette giorni prima del beato suo transito, parlò mirabilmente alle Visitandine di Bellecour sulla condotta della divina Provvidenza in tutta la vita di questo Apostolo, profittando dell’occasione per consolarle anticipatamente, con grandi e sodi motivi, della sua prossima partenza da questo mondo. Si diceva che la grande devozione del nostro Prelato per S. Tommaso proveniva dal fatto che, come lui, aveva egli pure predicato tra gl’infedeli, mentre le provincie dello Chablais erano le Indie della Savoia! Fra i mille dolci pensieri che formava sulla vita di questo santo Apostolo, per non oltrepassare i limiti della nostra brevità, citeremo solo quanto graziosamente disse una volta, in un trattenimento familiare: “Avendo considerato, nella mia orazione, il grande ed ostinato desiderio di S. Tommaso di vedere e toccare le piaghe del Salvatore risorto, e poi, quando il buon Salvatore gli offri il suo Costato aperto, il suo rifiuto di toccarlo con la punta dei dito, ho riso un po’internamente, sembrandomi che se fossi stato al posto suo, non solo avrei messo la mia mano in quel Sacro Costato, mi ci sarei buttato tutto quanto, corpo ed anima: si sta tanto bene in quella beata caverna, che non si vorrebbe uscirne mai più!”