Il cuore di Dio è così abbondante in amore e il suo bene è tanto infinito che tutti lo possono pos­sedere, senza che nessuno lo possegga meno, poiché quell’infinita Bontà non può esaurirsi, anche colmando di se tutti gli spiriti dell’universo. Iddio non effonde meno il suo santo amore in un’anima, perché ne ama un’infinità di altre; mentre la forza della sua dilezione non viene diminuita dalla moltitudine dei raggi che sparge, ma resta sempre colma della sua immensità.

San Francesco di Sales, Teot., Parte 2, Lib. 4, Cap. 14.

Il 4 dicembre 1619 il nostro Santo cominciò a predicare l’Avvento al Parlamento di Grenoble. Irritati per le precedenti conquiste fatte dalla sua parola gli Ugonotti con tutto l’impe­gno si proibirono scambievolmente di recarsi ad ascoltarlo; as­segnarono per le loro prediche e le loro preghiere la stessa ora in cui l’apostolico Prelato teneva i suoi sermoni, cosa che non impedì di vedere il loro Tempio quasi sempre deserto, e la folla del popolo tanto grande nella chiesa di Sant’Andrea, dove il buon Vescovo predicava, che mai si era visto un tale con­corso! Il Duca di Ledisguières, Luogotenente del Re nel Delfinato, quantunque appartenesse alla pretesa religione riformata, aveva tanta stima e tanto affetto per il nostro Vescovo, che si portava ogni giorno a sentirlo; non vi fu invenzione di cui i Ministri non si servissero per ritrarnelo, ma inutilmente; un gentiluomo volle fargli una rimostranza da parte dei loro Concistoro, per distornelo, ma il Duca gli disse di sapere per esperienza cosa fosse la religione di San Pietro e quella di Calvino: mai ancora aveva veduto un vero gentiluomo, o un Principe farsi Ministro della loro Riforma, mentre Monsignor di Ginevra era Principe del Sacro Romano Impero, Signore di na­scita, tanto irreprensibile nei suoi costumi e tanto pieno dello spirito di Dio nei suoi discorsi, che non si era mai visto nulla di somigliante.