Dice Dio: Io sono il Signore, tuo Dio, forte, geloso. Dunque Dio è geloso, ma qual’è la sua gelosia? Egli vuole che siamo suoi con tutta l’anima, con tutto il cuore, con lo spirito e con le forze, perciò si chiama nostro Sposo e le anime nostre son tutte sue spose; e ogni sorta d’allontanamento da Lui è una specie di for­nicazione e adulterio: questo grande Iddio ha ragione di voler tutto il nostro cuore, perché il nostro cuore è tanto piccolo che non può essere diviso. Dio però non ci ama per interesse suo, ma per bene nostro; a Lui è inutile il nostro amore, ma a noi è molto vantaggioso di amarlo; e se Dio ci è grato del nostro amore per Lui, è appunto per il bene che ne deriva a noi.

San Francesco di Sales, Teot., Parte 2, Lib. 4, Cap. XIII.

 

Nel 1594 S. Francesco di Sales scrisse dallo Chablais al Se­natore Antonio Favre, che trovavasi a Chambéry, e fra le altre cose gli disse: “Iddio mi fa oggi intraprendere un’opera degna solo della virtù della sua destra; mi fa cominciare, cioè, la predicazione dell’Avvento a quattro o cinque personcine… il resto della popolazione ignora maliziosamente cosa voglia dire la pa­rola Avvento, e questo tempo, tanto augusto nella Chiesa, costi­tuisce solo opposizione e divisione per gli infedeli. L’orazione, l’elemosina e il digiuno sono i tre cordoni che compongono la corda maestra, che difficilmente è rotta dal nemico, perciò, con la grazia di Dio, cercheremo di legare con essa il nostro avver­sario”. E il giovane e fervente Apostolo dello Chablais digiunò con tanto rigore, da meritare le riprensioni del suo Vescovo, che lo esortò a non trascurare la sua salute, per potersi impie­gare nel ministero a cui Dio lo destinava.

 

Nel 1614, in questo stesso giorno, 1° dicembre, il rigore del freddo non impedì al santo Prelato di partire d’Annecy, per portarsi a consacrare Monsignor Vescovo di Sion, nel Valais. Traversò egli impavido quelle provincie eretiche, e fu riverito dagli Svizzeri come un Santo. A Sion predicò sulla dignità ve­scovile e, sebbene espressamente proibito dalle leggi del paese, toccò ancora dottamente e santamente le materie controverse. Colpiti da santo terrore, alla vista di quell’uomo angelico gli eretici non osarono interromperlo, come abitualmente facevano, con molta insolenza, alla minima parola contro l’eresia; mentre in quelle provincie le massime di Stato tenevano disgraziata­mente oppressa la santa verità. Francesco però, che possedeva la vita solo per esporla alla morte in difesa del Vangelo, non tenne nessun conto di quelle ingiuste barriere; e Dio gli fece la grazia di convertire parecchie anime e di scuotere indistinta­mente, con salutare timore, gli spiriti dell’una e dell’altra reli­gione. Tutti lo rispettarono e gli condussero anche i loro bam­bini e i loro malati, perché li benedisse.